Già mille firme raccolte in Molise sui referendum della Lega sulla giustizia

Quesiti dom 18 luglio 2021
Politica di La Redazione
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Il gazebo della Lega di sabato 17 luglio ©TermoliOnline.it
Il gazebo della Lega di sabato 17 luglio ©TermoliOnline.it

TERMOLI. Nemmeno il maltempo ha frenato l’iniziativa referendaria della Lega, che ieri sera, cambiando location per la terza volta in tre weekend di fila, è tornata in mezzo alla gente, nell'angolo tra via Adriatica e corso Nazionale, per raccogliere le firme a sostegno dei sei quesiti proposti assieme ai radicali. In campo attivisti, militanti, il capogruppo Bruno Fraraccio e Michele Marone, coordinatore in Molise di questa battaglia politica voluta da Salvini.

In questo lasso di tempo, nella nostra regione sono già un migliaio le firme raccolte.

«La gente ci ferma per strada, per procedere alla sottoscrizione dei sei quesiti referendari. Del resto, quando un cittadino subisce una condanna oppure viene arrestato e posto in regime di custodia cautelare e poi magari viene prosciolto o assolto in via definitiva perché il fatto non sussiste, deve essere risarcito sia sotto il profilo morale che quello materiale.

Una persona che viene assolta, dopo aver trascorso un periodo in carcere, ha una vita distrutta, e se parliamo di chi svolge attività politica, ne sarà stato sicuramente danneggiato. Per questo è necessario che nel nostro ordinamento venga introdotto l’istituto della responsabilità dei magistrati che sbagliano.

L’entusiasmo che sta circondando la nostra campagna di raccolta firme non è una sorpresa, specie per chi come me, da avvocato, vive quotidianamente il disagio della cittadinanza, di quelle persone che incappano in queste vicende», ha ribadito Marone.

«Riformare la giustizia non è più procrastinabile, visto che il Parlamento fin qui non ha provveduto a legiferare in tal senso, è stato Matteo Salvini a prendere in mano la situazione assieme ai Radicali, a cui si sono aggregate ora tutte le forze di centrodestra, Udc, Forza Italia e in parte anche Fratelli d’Italia, così rendendo utili i sei quesiti in sede di Corte di Cassazione e poi introdurre nell’ordinamento questi nuovi principi». 

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