«Chi tocca gli interessi della sanità privata muore»

LA RIFLESSIONE gio 23 marzo 2023
Politica di La Redazione
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Pasquale Sisto ©TermoliOnLine
Pasquale Sisto ©TermoliOnLine

TERMOLI. «Le annunciate dimissioni del presidente della giunta regionale Donato Toma da commissario straordinario alla sanità, se di fatto mette a nudo lo scontro di potere all’interno del centro destra molisano, dall’altro dimostra come ormai diventa impossibile mettere mano agli interessi finanziari delle strutture sanitarie private accreditate all’interno del servizio sanitario». Così Pasquale Sisto, segretario regionale Molise Prc/Se.

«La pietra dello scandalo è dovuta all’azione della struttura commissariale, che per la prima volta, in 14 anni di commissariamento, ha determinato che il budget alle strutture private deve essere assegnato dopo aver stimato il fabbisogno assistenziale dei pazienti; che i contratti ai privati devono essere predisposti a inizio anno anziché alla fine, che il budget deve essere incrementato per le cure ai molisani anziché agli utenti di fuori regione; e soprattutto dopo anni di follie finanziarie e contabili, è stato fissato il tetto invalicabile all’extra budget per gli utenti extraregionali. Ci sarebbe da dire: era ora! Dopo anni di denunce, manifestazioni e cori di indignazione finalmente si mette mano agli interessi delle strutture private che drenano soldi alla sanità pubblica. Invece, la nostra regione si conferma una regione all’incontrario. Di fatto sotto i ricatti del management delle aziende private, le pressioni di settori dell’opinione pubblica, una ondivaga opposizione in consiglio regionale (oggi per la sanità pubblica, domani forse, dopodomani con i sondaggi e la pancia della gente) l’intera struttura commissariale si dimette e tutto torna come prima…… del resto bisogna rispettare le tradizioni: tutto deve finire a tarallucci e vino.

Forse è necessario sottolineare la crescita considerevole della spesa sanitaria privata che ad esempio, nel 2021 ha superato i 40 miliardi di euro, infrangendo la soglia simbolica del 25% della spesa sanitaria annua complessiva; mentre i tagli al servizio sanitario pubblico hanno provocato dal 2010 e 2019 la chiusura di 173 ospedali (due in Molise) e 837 strutture di assistenza specialistica ambulatoriale. Il personale sanitario è diminuito di 42mila unità. Non si intravvedono, almeno al momento, soluzioni alla drammatica crisi in cui versa il Servizio Sanitario Nazionale, e d’altra parte non potrebbe essere altrimenti. Se da un lato, prosegue il definanziamento pubblico alla sanità, dall’altro il PNRR vincola fortemente per gli anni a venire le decisioni in materia sanitaria, andando a plasmare un nuovo modello ospedaliero e di cura al di fuori di qualunque processo democratico. Infatti, tutte le decisioni vengono prese sulla base di piani programmatici elaborati dagli apparati burocratici europei e messi in atto meccanicamente dalle strutture statali. Il SSN, dunque – già indebolito dalla legge 502/92 dalla riforma “Bindi” del 1996, dal “federalismo sanitario” introdotto con la riforma del titolo V della Costituzione – è ora interamente soggetto alle decisioni di organismi sovranazionali che privilegiano chiaramente la dimensione privata su quella pubblica, tradendone così lo spirito originario sancito dalla Carta costituzionale. Ecco perché avremmo auspicato che intorno alla discussione sulla radioterapia al Gemelli venissero avanzate delle proposte al fine di intaccare le cause e cominciare ad avanzare proposte a partire dalla richiesta di bloccare le convenzioni con il privato e l’accreditato chiedendone la reinternalizzazione. Sicuramente non basta, ma non sarebbe poco come primo passo per ricostruire un servizio sanitario pubblico dove la salute è un bene comune e non una merce a disposizione dei ricatti di un fondo finanziario svizzero». 

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