Postazione del 118 senza medici, «Serve una mobilitazione popolare»

L'arringa gio 04 aprile 2024
Politica di La Redazione
3min
Andrea Greco ©Termolionline.it
Andrea Greco ©Termolionline.it

CAMPOBASSO. La coperta corta della sanità territoriale, quella della rete di emergenza, vede sempre più postazioni demedicalizzate, l'ultima in ordine di tempo nel Molise è stata quella di Agnone e in merito è intervenuto il consigliere regionale di opposizione del M5S, Andrea Greco.

«La postazione del 118 di Agnone copre un’area di dodici Comuni e da lunedì 1° aprile l’ambulanza per l’emergenza – urgenza non prevede più il medico a bordo. L’ultima perla dell’Asrem, che si nasconde dietro la carenza di personale, certifica l’opera di smantellamento di servizi essenziali al presidio ospedaliero di confine. 

Il provvedimento, ancora una volta, penalizza un’area interna dove risiede una stragrande maggioranza di over 80 ai quali di fatto vengono negate prestazioni urgenti come appunto quella del medico a bordo del 118.

Nei giorni scorsi ho seguito con grande apprensione i passaggi dell’intera vicenda con la soluzione finale che resta insoddisfacente. Prevedere lo spostamento dall’ambulanza del 118 da Trivento verso Agnone è un modo schizofrenico per affrontare la questione e al tempo stesso danneggia entrambi i territori. La decisione presa dall’Asrem rischia in realtà di non assicurare la gestione delle patologie tempo dipendenti. L'ultimo episodio con un paziante trasportato ad Isernia in un'ora e mezza, rappresenta l'emblema del corto circuito organizzativo. 

Porterò la questione in Consiglio regionale come fatto per situazioni analoghe su altri territori.

Il tema è serio soprattutto se si considera che i camici bianchi presenti al ‘Caracciolo’ fanno salti mortali per garantire la copertura dei turni, in particolar modo al Pronto soccorso dove a breve si potrebbe aprire un altro fronte. Infatti, se la situazione dovesse rimanere quella attuale, diversi medici del Pronto soccorso potrebbero decidere di gettare la spugna e andar via. Tutto ciò è inaccettabile, perché l’Asrem se con una mano dà - vedi avvio dei lavori per la nuova Tac -, con due toglie.

E’ innegabile come l’alto Molise viene puntualmente defraudato di servizi che finiscono per compromettere i Lea (Livelli essenziali di assistenza). Ora la domanda è questa: perché a pagare lo scotto maggiore è un’area montana difficilmente raggiungibile, dove tra mille problemi resiste la presenza umana?

In una recente visita fatta in ospedale, il presidente Francesco Roberti ha detto che entro aprile una serie di servizi saranno ripristinati. Ad oggi, tuttavia, si procede spediti con tagli a prestazioni fondamentali per il futuro. E allora, quanto tempo dovrà ancora passare affinché le parole del governatore si tradurranno in fatti concreti?

In attesa che ciò avvenga invito il sindaco di Agnone e presidente della Provincia di Isernia a mobilitarsi per tenere alta la guardia su quelle che, al momento, restano pseudo-soluzioni. A lui voglio ricordare come nel vicino Abruzzo i suoi colleghi di Gissi e Castiglione Messer Marino, dove l’Asl ha provato a tagliare servizi importanti, sono risultati vincenti con ricorsi al Tar o esposti alla Procura.

Avevo suggerito al primo cittadino di impugnare i provvedimenti innanzi al Tribunale amministrativo regionale perché è inconcepibile accettare la demedicalizzazione del 118 in un’area ultraperiferica del Molise. 

Così come sono intollerabili gli ultimi espedienti che riguardano l’ambulatorio pediatrico aperto un solo giorno a settimana che non risolve la cronica mancanza del professionista di libera scelta ormai assente da oltre sette mesi. Ed ancora, quello che si verifica per il laboratorio Analisi, dove oltre all’obbligo di prenotazione, sempre l’Asrem, ha abbassato la soglia dei prelievi, passati dai circa 100 a 35 al giorno. Una scelta anti economica che reca solo disagi alla popolazione. E che dire della definitiva chiusura delle cucine?

Considerate le ultime scelte fatte dall’Azienda sanitaria regionale, quella dei tribunali rimane l’unica strada da intraprendere oltre ad una mobilitazione generale di un territorio che altrimenti sarà costretto alla definitiva estinzione. Io, come sempre, sono prontissimo a qualsiasi iniziativa che tuteli cittadini e il diritto alle cure come sancito dalla Costituzione italiana.

L’appello che faccio è non rimanere inermi e reagire in ogni sede davanti a queste decisioni scellerate. Facciamolo insieme e in fretta altrimenti ci faranno credere che tutto ciò che accade sia normale, quando in realtà di normale non c’è assolutamente nulla».

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