Mozione del gruppo dem alla Regione Molise a tutela della legge sull'aborto

Palazzo D'Aimmo dom 28 aprile 2024
Politica di La Redazione
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Il gruppo consiliare dem ©TermoliOnLine
Il gruppo consiliare dem ©TermoliOnLine

TERMOLI. Il gruppo consiliare del Pd alla Regione Molise, composto da Alessandra Salvatore, Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla, ha presentato una mozione a tutela della legge 194/1978 “norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza”, difesa dei consultori familiari e rifiuto del coinvolgimento di soggetti pro-life.

«In Italia la legge 194/1978 “Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza”, sancisce in modo equilibrato il diritto di accesso e le modalità del ricorso sicuro per ogni donna all’IGV, interruzione volontaria di gravidanza, sia presso le strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale che presso strutture private convenzionate e autorizzate dalle Regioni;

-       la legge 194 rappresenta tuttora il diritto esigibile alla salute delle donne, il loro diritto alla vita dopo i tempi bui dell’aborto illegale e clandestino e la disumanità di pratiche che hanno provocato danni irreversibili e la morte di tante donne, ciò nel riconoscimento del valore sociale della maternità e della scelta procreativa informata, consapevole e, su queste basi, libera delle ragazze e delle donne;

-       dal 1978 tanta strada è stata fatta e nelle Regioni italiane la creazione dei Consultori familiari e i servizi di prevenzione previsti dalla legge hanno assicurato più benessere diffuso, salute e consapevolezza riproduttiva, sicurezza e una tendenza in costante diminuzione del ricorso alle IVG;

-       secondo gli ultimi dati disponibili relativi al 2021 pubblicati nella relazione del Ministro della salute sulla attuazione della legge 194, il 42,8% del rilascio del documento certificato di IVG avviene nei Consultori a fronte del 34,9% che avviene presso i servizi di ostetricia e ginecologia.

I Consultori hanno un ruolo fondamentale nell'assistenza alle donne che decidono di ricorrere all’IVG poiché le professionalità al loro interno: informano la donna sui propri diritti e sui servizi sociali, sanitari e assistenziali offerti dalle strutture che operano sul territorio; informano la donna sulle norme che tutelano le gestanti nel luogo di lavoro; contribuiscono ad approfondire le cause che potrebbero indurre la donna a interrompere la gravidanza; forniscono alla donna che abbia deciso di interrompere la gravidanza il documento/certificato necessario per l’intervento o indicano altre strutture dove poterlo ottenere;

-       forniscono alla donna le informazioni necessarie riguardanti le strutture territoriali dove ottenere l’intervento ed eventualmente sulle tecniche utilizzate;

-       i Consultori familiari pubblici sono importantissimi presidi sanitari territoriali e il rafforzamento della loro centralità corrisponde ad una domanda diffusa, nella direzione di rendere i servizi sempre più accessibili e universalistici per la salute riproduttiva e sessuale delle donne, delle ragazze, delle persone tutte.

Il Governo ha posto la questione di fiducia sul disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto 2 marzo 2024, n. 19, recante ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), contenente una misura che prevede che le Regioni organizzino i servizi consultoriali nell’ambito della Missione 6, Componente 1, del PNRR in modo da “avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”;

Nello stesso DDL e più in generale nei provvedimenti di maggioranza e governo non viene sostenuta di fatto la scelta di maternità, tanto che ad esempio tra le misure de-finanziate ci sono quelle che riguardano asilo nido e scuola dell'infanzia, con tagli sulla misura M4C1 del Piano di 900 milioni di euro, in un quadro di sottofinanziamento costante dei servizi di prossimità e welfare a supporto delle madri e dei padri;

-       l’introduzione per legge di soggetti terzi rispetto alle professionalità consultoriali, espressamente di “sostegno alla maternità” ovvero pro-life e antiabortisti, configura sia nella sostanza che nel metodo la volontà di far saltare l'equilibrio stabilito dalla normativa vigente;

-       la maggioranza ha scelto la via di un emendamento al testo, sottratto a qualsiasi confronto istituzionale e democratico, per forzare il sistema regolatorio dei servizi sociosanitari riguardanti le scelte procreative e il diritto di aborto;

-       tale forzatura è un inedito in sede legislativa parlamentare ma rispecchia gli stessi tentativi periodicamente agiti, nelle Regioni e Assemblee legislative dove la destra ha la maggioranza, di prevaricare la soggettività femminile quando si tratta di interrompere una gravidanza, attraverso la interposizione di ostacoli al percorso già doloroso di chi prende in considerazione l’aborto.

Il Senato francese ha approvato lo scorso 4 marzo una proposta di legge che inserisce nell’articolo 34 della Costituzione «la libertà garantita alla donna all’interruzione di gravidanza» e il Parlamento europeo ha approvato il successivo 11 aprile una risoluzione per inserire nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea l’assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva e il diritto a un aborto libero, sicuro e legale.

Vi è la necessità di potenziare i Consultori familiari tenendo conto del fondamentale ruolo da essi svolto a tutela della salute e del benessere psicofisico della donna in tutto il suo ciclo di vita;

-       non si può arretrare rispetto ai passi avanti compiuti come, ad esempio, le Linee di indirizzo 2020 sulla interruzione volontaria di gravidanza farmacologica del Ministero della Salute e sulla possibilità concreta di diminuire l’ospedalizzazione attraverso soluzioni ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate, funzionalmente collegate all’ospedale e autorizzate dalle Regioni, nonché presso i consultori o in day hospital;

-       ancora una volta, dopo 46 anni dall'entrata in vigore della 194, si tenta di attaccare il cuore della legge e cioè il diritto all'autodeterminazione delle donne e alla scelta informata e consapevole di maternità;

-       la legge 194 prevede già la presa in carico delle utenti da parte di specialisti per accompagnarle nella scelta dell’IGV e la presenza di associazioni del terzo settore pro-life non solo appesantirebbe il loro percorso ma potrebbe compromettere la riservatezza che tale scelta richiede.

In Molise,

-       c’è una sola struttura dove si pratica l’IVG e il tasso di obiettori di coscienza è pari al 92,3 per cento tra i ginecologi, al 75 per cento tra gli anestesisti e al 90,9 per cento tra il personale non medico. Complessivamente, la regione è al primo posto per tasso di obiezione;

-       il nodo dei consultori pubblici, sempre meno numerosi e con sempre meno fondi a disposizione, eppure sono il punto di riferimento principale di chi chiede l’interruzione volontaria di gravidanza, sono contraddistinti dalla carenza di personale e l’esiguità dei finanziamenti».

Nella mozione, si impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale a:

-       esprimere il proprio dissenso nelle sedi competenti, a cominciare dalla Conferenza delle Regioni, rispetto alla norma inserita nel decreto 2 marzo 2024, n. 19, recante ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

-       non esercitare la facoltà ivi prevista per quanto riguarda i Servizi Consultoriali ovvero che “le Regioni possono avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”, soprattutto in considerazione dei rischi di violazione di privacy, riservatezza e rispetto dei diritti delle donne ex legge 194 e laicità del servizio pubblico;

-       rafforzare, nonostante i mancati trasferimenti e il sottofinanziamento statale, l’impegno di investimento nei Consultori familiari in quanto strutture che rappresentano le sedi deputate a garantire la tutela della salute delle donne in un contesto di libertà e autonomia, implementando anche la presenza di medici non obiettori in Molise.

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