«Suona stonata la predica di Termoli Domani», ancora polemiche nell'ex campo largo

Botta e risposta ven 10 maggio 2024
Politica di La Redazione
3min
La conferenza di Termoli Domani del 2 dicembre scorso ©TermoliOnLine
La conferenza di Termoli Domani del 2 dicembre scorso ©TermoliOnLine

TERMOLI. «Suona stonata la predica di Termoli Domani», sottolinea Pino D’Erminio, che ha seguito nella prima fase con la Rete della Sinistra, poi con Termoli Libera, movimento e lista in cui si candida alle amministrative, a sostegno di Daniela Decaro, i tavoli tra civici e politici che hanno preso corpo dal novembre scorso.

«Termoli Domani, alias Molise Domani, alias Comitato 4 Giugno, in un comunicato stampa del 7 maggio fustiga ‘I vertici regionali e locali di PD e 5Stelle [che] hanno organizzato un disastro politico-elettorale senza precedenti in questo nostro Molise.» E aggiunge: «Alla vigilia del rinnovo del consiglio comunale di Termoli, viene del tutto ignorato il contributo di cittadini ed esponenti della società civile che, finalmente consapevoli di dover offrire il proprio servizio alla Città, erano scesi in campo con un programma concreto’.

Per quanto riguarda Termoli, è fuori discussione che il PD ed il M5S locali non si siano mostrati affatto all’altezza del ruolo di federatori di un ipotetico campo progressista, più o meno largo, ma a tale ovvia considerazione critica dovrebbe anche accompagnarsi un ragionamento autocritico, sul tentativo fallito di creare una coalizione “civica”, alla testa della quale si era autonominata Termoli Domani.

Il 17 gennaio 2024 si è tenuta una riunione degli esponenti di tutte le organizzazioni politiche non appartenenti al cosiddetto centrodestra, nel corso della quale non si è riusciti a discutere di contenuti programmatici, benché la Rete della Sinistra avesse presentato una bozza in 11 punti, condivisi anche e solo da Termoli 2024, poi diventata Termoli Libera. Anzi, proprio gli esponenti di Termoli Domani, seguiti da quelli di Alternativa Civica, nel corso della riunione hanno teorizzato che bisognava creare una coalizione civica separata dal Pd e dal M5S, in quanto ormai i partiti non riuscirebbero più ad interpretare le esigenze dei cittadini. Altro che contributo unitario.

E i contenuti programmatici? Termoli Domani ed Alternativa Civica si sono presi un mese di tempo per formulare le loro proposte. Il 15 febbraio, in una nuova riunione, questa volta civica (benché inspiegabilmente con la partecipazione di un dirigente locale del Pd) è stato svelato il loro programma. Degli 11 punti proposti dalla Rete della Sinistra e condivisi da Termoli Libera non ne era stato ripreso nemmeno uno, neanche la rivendicazione dell’intangibilità del Piano di Sant’Antonio, che prima Sbrocca e poi Roberti puntavano a demolire e sostituire con un complesso edilizio di 115.000 metri cubi, e neanche l’avvio del procedimento di revoca del contratto e della convenzione con GTM, per gravi e reiterati inadempimenti.

Il problema non era solo quello che mancava, ma anche quello che c’era, spesso fuori tema, se riferito ad una consultazione comunale: una lunga disquisizione sui «12 principi della Strategia Europea per l’Innovazione e la buona Governance del Consiglio d’Europa»; una tirata contro l’ospedalo-centrismo, quando in Molise sono proprio gli ospedali pubblici il punto di maggiore sofferenza e dove bisognerebbe investire di più; una esaltazione della ventura “Gigafactory”, che per il momento promette solo la riduzione dell’occupazione a 1.700-2.000 dipendenti; l’approvazione entusiasta del parco eolico di 219 chilometri quadrati al largo di Termoli. Ecco il «programma concreto» di cui parla Termoli Domani.

A questo punto c’è stata la separazione tra Termoli Libera, che si è sganciata dai “civici”, e la Rete della Sinistra, che ha optato per mantenere la relazione con i “civici”, tentando di riformarne il «programma concreto». Sono seguite numerose riunioni, a volte solo di “civici” a volte anche con PD e M5S, dove non c’era verso di intavolare un discorso sui contenuti programmatici, ma si cadeva sempre e solo sulla scelta del candidato sindaco; per la quale nuovamente Termoli Domani si è attribuito il ruolo di leader che indica la rosa dei papabili.

Dopo tanto disquisire e l’unione di ben otto sigle, federate sotto l’ala di Termoli Domani, questi autoproclamati «esponenti della società civile» non sono riusciti ad imbastire neanche una lista. Invece di optare per una silenziosa riflessione, essi tornano alla carica come se niente fosse, pretendendo di insegnare agli altri, che in campo ci sono scesi veramente, quello che loro stessi non hanno imparato».

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