Elezioni regionali: si ripeterà il successo dei pentastellati?

L'incognita lun 12 marzo 2018
Politica di Claudio De Luca
3min
Andrea Greco ©Personale
Andrea Greco ©Personale

LARINO. La continuità concreta anche tradizione; parliamo di quella data dalla personalizzazione (molto forte) della politica (quando sia intesa quale rapporto clientelare o familista) che, in Molise, ha avuto sempre questa etichetta; e che – c’è da chiedersi – se possa venir meno col “rosatellum” e con l’avvento dei nuovi arrivati dell’M5s nell’autoproclamata III Repubblica. Questo meccanismo funziona secondo un sistema di reciprocità. Procede dai politici verso la cittadinanza e da quest‘ultima verso i primi. Era forte anche quando tenevano la scena quelle figure pubbliche in cui resisteva un vigoroso rapporto ideologico (come ai tempi della Dc e del Pci). Anche perché queste antiche sigle conglobavano personaggi di spicco.

C’era un orientamento moderato, per cui erano in tanti a votare ‘a priori’ la ‘balena bianca’; ma poi quel voto lo si giocava tra i vari ‘big’ che un tempo si chiamavano La Penna, Sedati, Vecchiarelli. Questo spiegava come, per il passato, fosse molto diffusa la pratica del voto di preferenza, soprattutto fondato sul bisogno di manifestare un rapporto del cittadino con la politica vera. Perciò, almeno in questo caso, si sbaglierebbe a confondere certi comportamenti appaiandoli alla trama delle relazioni clientelari o familistiche (di cui si diceva). Nella cultura spicciola molisana la prevalenza dei rapporti affettivi con quelli comunitari o pubblici è netta; e questo non ha necessariamente a che fare con la moralità o con l’amoralità. Non è manco una struttura antropologica, ma piuttosto una prassi, un dato storico-culturale non totalizzante perché, poi, sarà l’elezione ad essere una prova.

Questo non può aiutare a capire come mai il Molise possa essere diventato la terza regione d’Italia per i voti assegnati ai grillini. La classifica è guidata dalla Campania dove il Movimento ha fatto registrare una percentuale del 48,74%; segue la Sicilia con il 48,08% e, quindi, la 20a regione con il 44,49%. L’indicazione è importante; ma, poiché le elezioni regionali potrebbero rappresentare tutta un’altra partita, occorrerà verificare se il mal di pancia di chi sia finito sotto le stelle si estenderà anche al rinnovo del maggior Palazzo nostrano.In effetti, quanto accaduto il 4 marzo scorso, certifica che la Politica ha senso quando sia in contatto con la società e con la gente nonché con i mutamenti della collettività e dell'economia. Quando il filo si perda, finisce con l’isolarsi in un mondo astratto con la conseguenza di essere spazzata via dal vento dei nuovi arrivati. In buona sintesi, è accaduto proprio questo con le ultime elezioni. Hanno vinto coloro che sono parsi l’espressione della gente. Così è stato sin dalla fondazione per l’M5s; così viene percepita (e vissuta) la Lega dell'abile (ed intelligente) Salvini. Per il momento sono loro il futuro di questa Nazione, senza se e senza ma.

E poco contano i misurini delle maggioranze, le alchimie dei seggi, l'onanismo delle soluzioni di Fratoianni. M5s e Lega sono movimenti di popolo, e quest’ultimo vuole che siano essi a governare al più presto, confidando che possano risolvere i problemi quotidiani e gravi del popolo. Lavoro, sanità, giustizia, tasse: gli Italiani vogliono avere a che fare con gente perbene, pulita, che dialoghi con chi risolva i ‘guai’ dell'Italia. Spèrem! I professionisti della politica, i gestori del consenso, quelli che andavano nel Palazzo solo ed esclusivamente per sostenere il proprio tornaconto, per fare una vita agiata pagata dai contribuenti, sono stati bocciati e spazzati via. Viviamo, dunque, in tempi “rivoluzionari” (sia pure con le dèbite virgolette); ed il sommovimento è profondo, sia pure fuori da ogni meritocrazia. Affonda le sue radici nel progresso tecnologico e nell'incredibile aumento di potenza di calcolo dei computer. Per gestire questo cambiamento tumultuoso, potenzialmente disordinato, i Ministri (che come Padoan) non hanno mai comprato un litro di latte al supermercato, potrebbero rivelarsi inutili e dannosi. Ecco perché, dopo il 4 marzo, parrebbe cambiato tutto.

Non so se la gente se ne sia resa pienamente conto, però ha votato (come sempre accade in tempi di crisi e di cambiamento) con i piedi e con lo stomaco. Lo ha fatto persino in una landa sperduta e dimenticata come quella molisana dove hanno spazzato via d'un colpo assetti di potere che sembravano resistenti a qualsiasi tempesta.

Claudio de Luca

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