Quando il silenzio è assenso: sul Tunnel un ponte tra Frattura e Toma
TERMOLI. Il silenzio della Regione Molise, quello amministrativo, non quello politico (e vacuo) peserà non poco nell’iter conclusivo del piano di riqualificazione del centro storico di Termoli.
Il famigerato Tunnel, ma solo da chi vi si oppone viene tacciato così (o grande scempio) è alla stretta finale e non c’è stata quella funzione argine che tutti si attendevano da un centrodestra che a Palazzo D’Aimmo – al netto di schermaglie e tatticismi – si è mostrato spurio nelle posizioni così come lo è il centrosinistra a Termoli.
Coalizioni contaminate da eletti di altro Dna, è questo il trasversalismo della Terza repubblica.
La Commissione congiunta di domani, convocata coi componenti di Terza e Quarta, avvierà il tratto ultimo di una procedura semplificata, proprio mirante a dichiarare l’efficacia della variante al Piano regolatore, ottenuta senza che pervenisse appunto entro il 29 ottobre dalla Regione Molise.
Si possono fare tante chiacchiere, tanti proclami, ma la realtà è un’altra. Come scrivemmo il 17 ottobre (in piena solitudine) si è deciso di non decidere, sperando nel ricorso al Tar Molise, che dovrà anche prendere atto di questa resa incondizionata, stante anche la posizione assunta nell’ultima udienza dinanzi ai giudici amministrativi del capoluogo.
Troppi pezzi decisivi della vecchia maggioranza che avallarono il Tunnel nella precedente legislatura sono presenti in questa, possiamo dire con una battuta che il Tunnel si costruirà sotto al Ponte tra Frattura e Toma.