«Pd significa Partito democratico, non dittatoriale e stop ai transfughi»
TERMOLI. Nella veste di componente dell’assemblea nazionale del Pd, carica che ricopriva anche durante il mandato precedente, l’avvocato Laura Venittelli ha chiarito ogni dubbio (o quasi) su quello che dovrà essere il percorso del partito in questa rinnovata fase legata all’elezione del segretario Nicola Zingaretti.
Non a caso, dopo la seduta di domenica scorsa a Roma, il mandato che tutti i componenti hanno ricevuto dal nuovo leader è quello di ridisegnare il perimetro del centrosinistra, portandolo a essere maggiormente inclusivo: il famoso campo largo, quella veduta da Piazza Grande, una grande piazza in cui condividere valori iconici della sinistra riformista e una spinta propulsiva progressista, improntata alla sussidiarietà, al sostegno dei ceti deboli, smantellando quell’aura da baluardo dei poteri forti, che ha provocato un corto circuito nella base negli ultimi anni.
Non si dovranno fare sconti nemmeno alle prossime amministrative, il Venittelli pensiero, che mira a demolire quelle alleanze basate sui transfughi, che una volta vengono e l’altra se ne vanno, sull’onda dell’opportunismo e del trasformismo politico.
Un chiaro monito alle coalizioni spurie montate nel 2014 e attraverso cui si sono riconquistati i Comuni di Campobasso e Termoli, e che a breve vedranno chiamati gli amministratori al giudizio degli elettori.
La Venittelli ha ammesso anche gli errori compiuti da una formazione politica dem che mirando al Partito della nazionale ha guardato troppo a destra e meno a sinistra, così come ritiene che occorre mettere in atto uno sforzo significativo per arrestare l’onda negativa del governo giallo-verde, che starebbe producendo solo disastri.
Sulla possibilità di chiedere primarie esterne di coalizione c’è stato un passaggio, quando ha parlato che Pd vuol dire Partito democratico e non dittatoriale.