Campomarino porta il suo addio in Consiglio, l'Unione dei Comuni scricchiola

Effetto domino lun 30 settembre 2019
Politica di Emanuele Bracone
2min
Il sindaco di Campomarino Silvestri ©Termolionline.it
Il sindaco di Campomarino Silvestri ©Termolionline.it

CAMPOMARINO. Paradossalmente, da quando l’Unione dei Comuni Basso Biferno si è allargata, arrivando a contemplarne all’interno ben dieci enti locali bassomolisani, la macchina amministrativa e politica ha cominciato a frenare.

I primi sintomi di questa impasse si sono avuti già con la dissociazione del comune di San Martino in Pensilis sulla raccolta differenziata, ma ce ne sono stati anche altri, basti pensare anche alle frizioni registrate in alcuni frangenti quando c’era da decidere il presidente, non per quella attuale di Raffaele Primiani, vogliamo sgombrare il campo dagli equivoci.

Forse in pochi ne hanno valutato l’impatto, ma all’ordine del giorno dell’assise civica di Campomarino in agenda domani pomeriggio, una delle tre realtà più consistenti, demograficamente parlando, assieme a Larino e Montenero di Bisaccia, vi è la proposta di recesso unilaterale dall’Unione dei Comuni. Gli altri aderenti sono Ururi, San Martino in Pensilis, Guglionesi, San Giacomo degli Schiavoni, Montecilfone, Petacciato e Portocannone.

Se fosse accolta e venisse approvata, come riteniamo, poiché è voluta dalla maggioranza, si potrebbe innescare un pericoloso effetto domino.

Ma quali sarebbero le motivazioni alla base di una simile decisione?

L’amministrazione comunale di Campomarino aderì nell’ottobre 2004, con la giunta Di Giuseppe, in carica da pochi mesi.

Nella proposta di deliberato si evince che «dopo diversi anni di esistenza dell’Ente “Unione dei Comuni del Basso Biferno” è maturata l’idea, da parte della presente amministrazione, di riflettere sulla reale opportunità di continuare a farne parte; considerato altresì che a seguito di tale riflessione si sono registrati i seguenti convincimenti: dopo circa un quindicennio la maggior parte dei servizi elencati nell’articolo 5 dello Statuto dell’Unione non sono stati trasferiti ed attivati; la struttura amministrativa risulta essere non adeguata al raggiungimento dello scopo statutario; l’organo per eccellenza dell’Unione dei Comuni, il Consiglio comunale, ha avuto delle difficoltà di funzionamento anche per la numerosità dei suoi componenti; la maggior parte degli enti aderenti all’Unione presentano tra di loro una certa

disomogeneità economica, sociale e della morfologia territoriale, che complica la coerenza delle scelte strategiche di programmazione ed erogazione dei servizi agli utenti; il numero eccessivo degli Enti aderenti ha pertanto reso evanescente la ragion d’essere propria delle forme di aggregazione sovracomunale, ovvero l’efficacia dell’azione amministrativa, nonché la sua semplificazione e l’economicità della gestione.

Con riferimento a tale ultimo convincimento già la precedente amministrazione aveva evidenziato la volontà quantomeno di rivedere i presupposti per l’esistenza dell’Unione dei Comuni, nel senso di prevedere un massimo di 5 comuni aderenti aventi esigenze e caratteristiche omogenee, come si documenta nel verbale della seduta del consiglio comunale del comune di Campomarino del 21 dicembre 2017:

“Gli Enti aderenti possono recedere dall’Unione dal 1° Gennaio dell’anno successivo, solo dopo il primo quinquennio, previa deliberazione esecutiva del Consiglio comunale da adottarsi entro il 30 giugno dell’anno precedente. Tale decisione va comunicata all’Unione entro 30 giorni. Il Consiglio dell’Unione ne prende atto nella prima seduta utile.

In tal caso verranno restituiti al recedente gli impianti e le attrezzature a suo tempo da questo conferiti, mentre gli impianti realizzati direttamente dall’Unione insistenti nel territorio del medesimo recedente e destinati al suo uso esclusivo verranno trasferiti allo stesso, previo rimborso del valore dei relativi investimenti per la parte non ammortizzata.

L'ente che recede rimane obbligato per eventuali impegni assunti e per le obbligazioni con effetti a lungo termine”.

E’ stata valutata l’opportunità di esercitare, per tutte le motivazioni addotte in precedenza, il diritto di recesso dall’Unione dei Comuni del Basso Biferno, ai sensi del sopracitato articolo 8 dello Statuto».

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