Raddoppio ferroviario: «La cittadinanza necessita di chiarezza, non di confusione»
TERMOLI. Centrosinistra dem, comitato Cittadini in rete, sindaco di Termoli, Regione Molise, Rete della Sinistra. Mancava solo il Movimento 5 Stelle all’appello delle polemiche e delle risposte in materia di raddoppio ferroviario.
I consiglieri regionali Patrizia Manzo e Valerio Fontana hanno rotto oggi il recente silenzio, ma sulla vicenda si erano spesi sin dall’avvio della scorsa legislatura regionale e con lo stesso Fontana anche lo scorso anno.
Nella sede di via Adriatica hanno sposato la tesi della Commedia degli equivoci, che starebbe caratterizzando soprattutto Comune e Regione, con dichiarazioni contraddittorie rispetto ad atti e provvedimenti, chiedendo innanzitutto chiarezza, sia sulla necessaria mitigazione dell’inquinamento acustico, sia per la delocalizzazione o meno del tracciato e della stazione ferroviaria di Termoli.
Hanno riepilogato un po’ il verbo espresso nell’ultima settimana, ma non solo. Apportando nuovi linfa grazie a documenti che a loro dire sono spiazzanti.
Si parte dalla libera di giunta del 17 febbraio 2014, 4 giorni prima della caduta dell’amministrazione Di Brino, che contempla l’ipotesi dello spostamento, per passare alla risposta dello scorso San Silvestro siglata direttamente dal Governatore Donato Toma all’interrogazione pentastellata e che segue questa linea.
Interessante il passaggio del Cipe, che obbliga Rfi a ottenere il parere dei lotti 2 e 3 per chiudere la fase preliminare e mettere in marcia il lotto 1, entro il dicembre 2019, per finire con una interrogazione della parlamentare abruzzese Grippa, a cui si replica che un conto è il raddoppio ferroviario e un conto è il nodo Termoli.
I portavoce Fontana e Manzo – nella conferenza stampa seguita in diretta Facebook da Termolionline, hanno anche richiamato l’esperienza o esperimento del Dibattito Pubblico, da amplificare sulle scelte di carattere strategico a tutto il Molise e nel caso di specie interessando la popolazione costiera.