La "Montenero che rinasce": piace l'unione civica delle forze progressiste

primo passo dom 29 dicembre 2019
Politica di Valentina Gentile
6min
La "Montenero che rinasce": piace l'unione civica delle forze progressiste ©Termolionline.it
La "Montenero che rinasce": piace l'unione civica delle forze progressiste ©Termolionline.it

MONTENERO DI BISACCIA. Un grande momento di democrazia, che ha visto alta affluenza e numerosi contributi dal pubblico, quello creato dalle forze civiche e politiche “Costruiamo il futuro” e “Montenero bene comune” nella serata di ieri 28 dicembre nella sala consiliare di Montenero di Bisaccia.

Partendo dall’analisi dei dati riguardanti il territorio, la sua economia e demografia – a cura del professor Luigi Mastronardi dell’Unimol – e attraversando osservazioni sulla situazione politica e sociale di Montenero, le suddette forze hanno sancito nell’incontro pubblico di ieri la propria unione nel cammino verso le amministrative della primavera 2020. Unione che sembra aver riscosso approvazione fra i cittadini, stando alla cospicua partecipazione e agli interventi dei presenti in sala – sia quelli a microfono acceso che spento, in verità.

Se, come ricorda il professor Mastronardi, «la popolazione residente è un indicatore della vitalità sociale ed economica di una comunità», si può affermare che Montenero sia agonizzante: dai fasti del 1985 (con 7436 residenti), infatti, vive negli ultimi due anni il suo momento più negativo, in cui per la prima volta da quell’anno il numero di abitanti è sceso sotto i 6500. Tanti gli spunti di riflessione e gli ambiti di possibile intervento delineati dal professore, che è incisivo ma non ruba la scena ai due principali attori della scena.

Un passaggio per amore di trasparenza, quello di Gianluca Monturano - giovanissimo candidato del Movimento 5 Stelle alle regionali del 2018 in cui riportò il migliore dei risultati in paese - sul motivo della frattura interna al Movimento a livello locale. «Una parte dei componenti del meetup ha fatto pressioni per creare un’alleanza con ex amministratori locali senza una discussione chiara e una convergenza da parte di tutti. Io e gli altri attivisti presenti in sala non siamo scesi a compromessi». La confusione fra i monteneresi però è forte: di fatto non esiste più una rappresentanza unica del Movimento in paese. «Ci tengo a smentire voci su un presunto distacco,» precisa Monturano. «Noi siamo parte integrante, certificata e operativa del M5s a livello regionale e nazionale. Per noi il Movimento rappresenta ancora l’unica speranza per il futuro, visti anche gli scadenti risultati, a livello regionale, della giunta Toma. Tuttavia nessuno è autorizzato a utilizzarne il nome e il simbolo se non i portavoce eletti, che a Montenero non sono presenti».

Entrando nel merito economico, Monturano riprende il trend demografico anticipato da Mastronardi e allerta sulla nefasta prospettiva di scendere, entro un decennio, sotto la soglia dei 5000 abitanti, il che classificherebbe Montenero, agli occhi del Governo e quindi in termini di spesa pubblica, come “piccolo Comune”, con una perdita significativa di fondi. «Si tratta di dati stimati: sta a noi scegliere se invertire la rotta o continuare – o addirittura accelerare – il processo di spopolamento». L’intervento si chiude con un appello a tutti, quello a unirsi al comitato civico e scrivere insieme il manifesto per la rigenerazione economica e sociale di Montenero di Bisaccia: «un manifesto che parte dai valori di resistenza e democrazia, dalle idee di uguaglianza e diritti dei cittadini, da politiche contrapposte a quelle messe in campo finora da chi ha amministrato il paese. Il nostro rinnovamento parte dal metodo di una democrazia diretta in cui i cittadini si avvicinino alla cosa pubblica con richieste e suggerimenti». Questo invito a partecipare Monturano lo rivolge senza mezzi termini anche alle altre forze politiche e soprattutto al circolo del Partito Democratico, il cui segretario è presente in sala.

Il giovane economista commenta a margine: «Ho percepito grande entusiasmo ed è stata un’occasione importante per avviare un dialogo serio e costruttivo anche attraverso un momento di dibattito e confronto con tutta la cittadinanza intervenuta. Sono emersi un grande entusiasmo da parte dei cittadini per questa nuova avventura e una forte idea di rinnovamento sia nel metodo che nelle persone. In sala erano presenti tantissimi giovani, molti dei quali non abitano più a Montenero ma vorrebbero tornarci se ce ne fossero le condizioni in termini di lavoro e servizi».

Prende la parola Nicola Palombo, capogruppo di “Costruiamo il futuro”. Non nuovo alla voglia di creare una forza progressista a Montenero, Palombo si era già messo in gioco come candidato sindaco nel 2015, e non manca di ricordare le importanti battaglie come quelle per il sociale, la sanità e l’ambiente, portate avanti da consigliere comunale insieme a Margherita Rosati, e la loro vicinanza e attenzione ai monteneresi finanche nelle questioni più piccole e ordinarie.

In apertura del suo intervento esplicita l’ufficialità dell’inizio di «un progetto coraggioso e ancora tutto da costruire, soprattutto perché attualmente non c’è: i partiti non assolvono a questo compito e l’amministrazione in questi anni non ha fatto da collante sociale fra i cittadini. Attenzione a non definire questo un “parlar male”: il dissenso critico è il sale della democrazia. Per ovviare ai fraintendimenti, tuttavia, abbiamo scelto di far parlare i numeri, perché quello dello spopolamento è il cuore di tutti i problemi fra cui il calo produttivo e dei servizi».

Palombo presenta poi il quadro delle forze che si vanno costituendo in vista delle elezioni comunali: «da un lato chi ripropone la stessa ricetta che ci ha tenuti intrappolati per dieci anni, dall’altro una “restaurazione”, un grande fronte contro l’amministrazione, composto però da chi fino a pochi mesi fa era al fianco della stessa». Davanti a questo quadro, i due gruppi hanno deciso di non subire ma di avviare un percorso concreto, condiviso e aperto – da qui in avanti sono previste infatti una serie di assemblee pubbliche in cui discutere di problemi e soluzioni e avvicinare sempre nuove persone. «Per una reale democrazia c’è bisogno di ricambio della classe dirigente, e non è solo una questione anagrafica ma di qualità. Il cambiamento sta nell’approccio ai problemi, ma ciò sembra non essere chiaro e gli amministratori continuano ad agire come negli anni ‘70: chiedendo fondi laddove non ce ne sono (in Provincia o in Regione) invece di rivolgersi all’Unione Europea, unico luogo dove si trovano le risorse. Quello della progettazione europea sarà infatti un nostro punto programmatico cardine, come anche il dialogo fra le diverse realtà del territorio molisano per una crescita economica e culturale sinergica. La territorialità è la nostra vera forza economica, ma anche questo aspetto finora non è stato compreso da chi ci ha amministrati».

In chiusura anche Nicola Palombo rivolge un appello al Pd affinché «trovi il coraggio di mostrarsi politicamente indipendente, ascolti il proprio elettorato progressista e riformista e si unisca al dialogo. Dopo la chiamata odierna scriveremo il manifesto dei valori in cui crediamo: solidarietà, uguaglianza e trasparenza».

Lontano dai riflettori, Palombo dichiara dopo la serata di essere «felicissimo e grato della presenza numerosa, che ci fa ben sperare per il percorso futuro. Un percorso che deve essere realmente democratico e aperto».

Come da scaletta, intervengono dal pubblico esponenti di varie sfere della società civile, ciascuno a riportare le criticità del proprio ambito: la cultura, i servizi sociali, l’agricoltura, l’età del pensionamento.

La chiosa è affidata alla consigliera Margherita Rosati, che compie un “passaggio di testimone” con la speranza che le nuove generazioni non si allontanino dalla politica, e che quelle di mezzo che sono sparite vi si riavvicinino, e prendano in mano il proprio futuro. «Abbiate coraggio e cercate di impegnarvi in prima persona per questo paese che ha bisogno delle capacità di tutti voi, anche di chi pensa di avere poco da dare. Non fatevi spaventare da chi inizierà a chiamarvi uno per uno per ricattarvi e intimidirvi. Noi “anziani” resteremo dietro le quinte e tutt’al più potremo dare qualche consiglio, ma il paese è vostro. Sentitevi di nuovo cittadini di Montenero».

Una dichiarazione d’intenti e di apertura, quella dei due gruppi organizzatori, che non lascia spazio a interpretazioni, e che nei mesi a venire si andrà delineando sempre più chiaramente, raccogliendo o meno i frutti dell’impegno.

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