Non ci sono scossoni a Palazzo D'Aimmo, Micone rieletto presidente dell'assemblea

Il tagliando ven 20 novembre 2020
Politica di La Redazione
5min
Salvatore Micone ©TermoliOnLine
Salvatore Micone ©TermoliOnLine

CAMPOBASSO. Nessuno scossone nella politica regionale molisana, il presidente uscente Salvatore Micone, che pure non aveva lesinato critiche nel recente passato all'amministrazione Toma, è stato rieletto presidente del Consiglio regionale.

Nella seduta di questo pomeriggio, in occasione della scadenza di metà legislatura, il Consiglio regionale ha rieletto, con 15 voti favorevoli, 5 schede bianche e una nulla, Salvatore Micone a Presidente dell’Assemblea legislativa.

Sono intervenuti per esprimere le proprie posizioni in rappresentanza dei Gruppi consiliari che presiedono il Presidente della Regione Donato Toma e i Consiglieri Armandino D’Egidio, Filomena Calenda, Quintino Pallante, Angelo Michele Iorio, Gianluca Cefaratti, Micaela Fanelli, Andrea Greco. Ha espresso parimenti la propria dichiarazione di voto anche il Consigliere Vittorino Facciolla.

Prendendo la parola dopo la proclamazione dei risultati dell’elezione, avvenuta al primo scrutinio, che lo ha

riconfermato alla guida del Consiglio regionale per i prossimi 30 mesi, il Presidente Salvatore Micone ha

dichiarato:

“Non nascondo essere particolarmente emozionato per aver ricevuto questa riconferma. Desidero ringraziarvi per questo attestato di

stima e di riconoscimento che avete voluto riservarmi, prima come persona e poi come Presidente di quest’Assemblea. Ciò rappresenta

per me motivo di orgoglio e riconoscenza per il lavoro finora svolto, al di là delle opinioni e delle vedute politiche di ogni componente di

questo Consesso. In questi 30 mesi appena trascorsi, ho cercato di incarnare i principi di democrazia e di imparzialità nello svolgere

il mio ruolo, prestando ascolto alle variegate e diverse istanze sollevate, accogliendo suggerimenti e consigli di ogni singolo membro di

questa Assise, salvaguardando, scrupolosamente, le facoltà di ogni singolo Consigliere e dei Gruppi Assembleari, in modo tale che

venisse sempre preservata la dialettica tra i diritti e le prerogative dei gruppi di maggioranza e quelle dei gruppi di minoranza. Con lo

stesso spirito e lo stesso senso di responsabilità, intendo rinnovare il mio impegno nel continuare a svolgere questo importante ruolo di

garanzia e di alta rappresentanza istituzionale, ricordando ad ognuno di noi, compreso me stesso, quanto sia alto e pregevole

indossare l’onere e l’onore della rappresentanza popolare di cui il popolo molisano ha voluto investirci. Per temperamento politico e

personale non sono portato a rendere drammatiche le cose e le situazioni, ma a definirle più semplicemente difficili e complesse;

tuttavia, questo mio modo di essere non mi consente di sottovalutare in alcun modo i problemi e le difficoltà che stiamo vivendo e che

abbiamo dinanzi sul piano istituzionale, sul piano politico e sul piano programmatico. 2 Non è mia intenzione dilungarmi in un

lungo discorso, ma su alcuni punti è bene, colleghe e colleghi consiglieri, indicare con chiarezza con quali criteri, con quali motivazioni,

verso quali obiettivi intendo sviluppare l’azione della Presidenza. Alla base dell’impegno del Consiglio regionale, della Presidenza,

dell’Ufficio di Presidenza, di tutti i consiglieri, deve esserci una intensa e radicata convinzione della necessità di un forte rilancio della

centralità dell’Istituzione Consiglio come centro propulsore per l’attuazione di politiche che perseguono: la coesione sociale tra le

persone e fra le diverse articolazioni sociali, rappresentate nelle associazioni economiche, di categoria e sindacali; la tutela della libertà

di iniziativa economica, il benessere della persona e la propria autonomia formativa e culturale; il sostegno del diritto allo studio ed

alle politiche sociali e sanitarie; la tutela delle persone con disabilità, delle persone non autosufficienti, dei minori e degli adolescenti.

Questo rilancio deve necessariamente passare attraverso un vigoroso impulso al funzionamento complessivo e spesso farraginoso della

macchina regionale, a partire dal lavoro del Consiglio e delle Commissioni, al miglior raccordo possibile – nell’autonomia

fondamentale dei ruoli – tra Consiglio e Giunta, al migliore impiego di tutti i dipendenti della Regione con la motivazione unanime

ad un lavoro serio, responsabile ed impegnato. Lo dobbiamo all’immenso capitale umano e sociale dei Molisani, alla loro resilienza,

al loro senso identitario, al loro senso di appartenenza che tirano fuori quotidianamente, oltre che nei momenti di sconforto, paura e

difficoltà. Lo dobbiamo ad ogni singolo cittadino di questa terra. Lo dobbiamo ai Sindaci dei 136 Comuni molisani che affrontano

problematiche quotidiane con ligia responsabilità accompagnate dal grande peso e dal coraggio di dover prendere spesso decisioni e

scelte drastiche per tutelare le loro e le nostre comunità. 3 È in tale ottica che invito l’Aula ad affrontare le attuali ed imminenti sfide

che ci attendono, dedicando centralità ai territori nella più piena armonia con l’Istituzione Consiglio e secondo i principi di

sussidiarietà, partecipazione e responsabilità. L’Assemblea dispone di poteri che le conferiscono una posizione e un ruolo centrali

nell’ordinamento costituzionale e nel sistema delle autonomie locali, proprio perché in grado di incidere, prevalentemente attraverso

l’esercizio del potere legislativo, sulla vita delle nostre comunità. Se quest’Aula è luogo sacro ed autentico di democrazia, essa deve

essere anche il luogo che ci obbliga ad assumere il nostro ruolo con serietà e rigore nei costumi, nei comportamenti all’interno di questo

palazzo, nelle Commissioni come nelle sedute plenarie. Per fare ciò c’è bisogno impellente di superare quella politica fatta di dibattiti

estenuanti senza giungere ad alcune conclusioni fattive e concrete, ma che solamente allontanano o negano l’approvazione di norme

fondamentali per la vita comune. Occorre fare sintesi, sviluppare capacità di trovare delle sintesi superiori tra le proposizioni della

maggioranza e quelle delle minoranze su grandi temi di rilievo della complessa e multiforme realtà regionale, capaci di dare risposte

reali ai tanti problemi dei molisani, non è più rimandabile. Le Commissioni consiliari devono programmare le proprie sedute

cadenzialmente, svolgere i propri lavori senza immobilismo ed inerzia, mettendo nel dimenticatoio la lentezza che spesso caratterizza

ed accompagna l’iter legislativo dei disegni di legge presentati. Inoltre, è imprescindibile instaurare un dialogo aperto con la Giunta

regionale per dare un senso di unitarietà alle proposte che emergono e per tradurle in politiche programmatiche, di indirizzo ed in

attività legislative. 4 Un’attenta, serena ed equilibrata rilettura della Carta Costituzionale, dello Statuto della Regione Molise e del

suo Regolamento potrebbe portarci a riscoprire che il principale compito di questa Assemblea, non è la ratifica delle decisioni prese

dalla maggioranza o dalla minoranza, né il suggellare processi già compiuti in altre sedi, ma quello di prendere decisioni ulteriori e

più incisive come apporti alle soluzioni proposte per il bene comune, in grado di dare corpo ad una presenza del Consiglio su tutto il

territorio e verso tutti i cittadini, per il bene dei Molisani. Sostengo che questa nuova apertura possa concretizzarsi in un’opportunità

che può essere eseguita e fatta maturare senza l’indebolimento dei reciproci ruoli, da un lato tra maggioranza e opposizione e dall’altro tra Consiglio ed Esecutivo regionale. Bisogna coscienziosamente assumere una forza e una rilevanza nuova, dobbiamo concretizzare fattivamente ed in maniera celere questa prospettiva, favorendo il più possibile l’impiego degli strumenti a nostra disposizione in grado di riaffermare l’autorevolezza delle scelte che siamo chiamati a compiere, nella consapevolezza che processi decisionali istruiti, aperti anche alle istanze popolari, ed arricchiti dai migliori contributi provenienti dalla società civile producono decisioni migliori. Fermamente convinto che, dalla dialettica fra maggioranza e minoranza, possono nascere nuovi e più ambiziosi obiettivi comuni ed unificanti, diretti a diffondere un nuovo sentimento collettivo di fiducia verso le istituzioni, rinsaldando la relazione fra esse ed i cittadini, auguro a tutti noi un proficuo lavoro”.

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