“Come faremo senza il dottor Bartollino?”

Il ricordo sab 10 aprile 2021

Termoli “Non ne nascono più di uomini così…”

Spalla di Giulia Siviero
3min
“Come faremo senza il dottor Bartollino?” ©Termolionline
“Come faremo senza il dottor Bartollino?” ©Termolionline

TERMOLI. E’ da ieri che si è diffusa la notizia della sua scomparsa che sento ripetere queste frasi nella mia famiglia e tra tanti suoi assistiti...Perché si, è vero, lei era già in pensione da un po' di tempo, ma per chi come me ha avuto l’onore ed il privilegio di conoscerla e di beneficiare delle sue cure lei era e rimarrà un punto fermo, ed oggi più che mai, in un momento di profonda incertezza e sfiducia, la sua mancanza spaventa e addolora, proprio come quando ci lascia una persona di famiglia.

Perché lei era diventato questo negli anni, per chi come me fin da bambina è stata seguita, protetta e guidata dalla sua profonda umanità e professionalità. Se n’è andato in maniera silenziosa e discreta, in un’epoca di pandemia che non ci consente neanche di salutarla e renderle omaggio come avrebbe meritato…ma in fondo lei di gloria personale non ne ha mai cercata, ha scelto di restare nella sua città, rispettando ed onorando le sue origini, e di servire i suoi concittadini, anche al caro costo della sua salute. Mai si è posto in una posizione di superiorità, per tutti i suoi assistiti lei non era il Dott. Bartollino, era “Mimmo” e le davano del tu, come si fa con un vecchio amico, magari anche con una battuta in termolese, che lei accettava di buon grado e con ironia. Vorrei raccontare a chi ha visto per anni file interminabili a tutte le ore del giorno e della notte fuori dal suo ambulatorio cosa c’era dietro a quell’attesa: c’era un uomo ed un medico che mai ha rifiutato prima di recarsi in ambulatorio una visita domiciliare ad un suo paziente (e non)! Anche quando ormai pensavi che non sarebbe più venuto, all’orario più inaspettato suonava il citofono e manteneva fede all’impegno preso, chiedendo solo un posacenere ed un caffè!

E ci tengo a sottolinearlo, senza mai chiedere un euro! Vorrei raccontare a chi non l’ha conosciuta che noi assistiti avevamo il suo numero di casa e di cellullare e forse solo Dio e la sua famiglia sanno quante volte l’abbiamo chiamata ad ogni orario anche solo per un consiglio o una rassicurazione, e mai nessuno ha ricevuto una risposta sgarbata e scocciata, anzi, lei concludeva sempre la conversazione dicendo “Mi raccomando fammi sapere come va”.

E noi abbiamo la certezza che lei ci tenesse veramente! Dalle sue visite in ambulatorio della durata media di un’ora, tra un borbottio e l’altro dei pazienti in attesa (che nonostante ciò non l’hanno mai abbandonata!) si tornava sempre a casa rincuorati, seppur alle 22 di sera, perché lei Dottore ci dedicava la sua attenzione senza mai banalizzare nessuna richiesta, ma accogliendo anche le nostre storie personali, familiari, vizi e virtù. Era estremamente scrupoloso, rileggeva mille volte le ricette per non incombere in errori e consultava libri per accertarsi della bontà delle sue diagnosi, con profonda umiltà e curiosità per nuove branche della medicina, senza mai, nel frattempo, rifiutare nessuna telefonata.

Non le piaceva come la burocrazia ha trasformato la professione medica, per lei la relazione con il paziente era tutto, tante volte negli ultimi anni ci siamo intrattenuti a parlarne ed in quelle occasioni ancora riuscivo a cogliere nelle sue l’amore che provava per la sua professione ed il rammarico per un’ideologia che vedeva scomparire dietro interessi personali e giochi di potere! Quante volte in tanti le abbiamo detto di rallentare, di concedersi una vita più regolare, ma lei ha onorato e rispettato il giuramento fatto fino alla fine e anche oltre. Ciò che mi e ci lega a lei non è solo stima e gratitudine ma un affetto sincero ed autentico…oggi c’è solo dolore, vuoto, silenzio e vicinanza alla sua devota famiglia che con pazienza ed amorevolezza ha accettato ed accompagnato il suo essere prima medico e poi padre e marito di altrettanto spessore.

E allora addio dottor Bartollino, o arrivederci se preferisce, mi e ci mancherà tantissimo, la nostra città perde un altro pilastro insostituibile…ed ho paura che in tanti come me non riusciranno mai più a fidarsi in maniera assoluta ed incondizionata di un professionista, così come è stato con lei per una vita intera. Ora riposi, ne ha davvero bisogno.

Giulia Siviero

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