Dall'acquedotto a piazza Sant'Antonio

mar 20 novembre 2018
Spalla di Nicola Felice
3min
Acquedotto Molisano Centrale a Termoli ©Termolionline.it
Acquedotto Molisano Centrale a Termoli ©Termolionline.it

TERMOLI. L’amministrazione Sbrocca, sorda ad ogni tipo di appello, persegue senza indugio a raggiungere l’obiettivo prefisso: realizzare la riqualificazione dell’area centrale di Termoli (Tunnel), prevista nel famigerato progetto di finanza.

E’ recente la notizia dell’assegnazione definitiva dei lavori, da parte dell’architetto Mandrile (Responsabile Unico del Procedimento), all’impresa Di Francesco. Per chiudere il procedimento di gara, e aprire il cantiere, manca solo la stipula del contratto.

A questo progetto di finanza, ho prestato molta attenzione sin dall’inizio del procedimento. Pur condividendo la necessità di riqualificare l’area, soprattutto Pozzo Dolce, in più occasioni ho espresso forti dubbi sulla fattiva realizzazione di alcune del progetto, in particolare il Tunnel/ Passante e il parcheggio multipiano interrato in Piazza Sant’Antonio. A tal proposito ho richiamato l’attenzione, soprattutto gli Amministratori, ricordando altri simili tentativi avuti nel passato, giunti, dopo approfondite verifiche dei luoghi, alla non fattibilità di dette opere. La rinuncia più significativa resta quella della società Bonifica, alla fine degli anni 90, decidendo di non completare i lavori di 5 miliardi delle vecchie lire, su 25 miliardi complessivi di contratto. La società Bonifica ha preferito pagare al Comune di Termoli una penale di oltre 800 milioni di lire, ritenendo molto rischioso la realizzazione del tunnel, con possibili e numerosi danni, oltre a ritenere antieconomico il parcheggio sotterraneo in Piazza Sant’Antonio. Quanto affermo e riscontrabile dai documenti presenti in Comune.

Nel seguire questa vicenda mi è parso subito, per alcuni aspetti, la similitudine con un’altra grande opera: l’Acquedotto Molisano Centrale.

Conosco bene la storia di quest’altra “opera epocale”, essendo stato componente del Consiglio di Amministrazione dell’ex Erim, oggi Molise Acque, nel periodo che ebbe inizio la procedura tecnico-amministrativa di questa opera, utile a portare acqua sorgiva del Biferno a 11 Comuni del basso Molise.

Sono trascorsi oltre 12 anni dall’aggiudicazione e inizio dei lavori (anno 2006) di questa grande opera, e ancora oggi i cittadini degli undici Comuni sono in attesa di utilizzare il pregiato liquido. Nel frattempo, tanti sono stati gli annunci degli amministratori che si sono succeduti in questi anni. L’ultimo, di alcuni mesi fa, quello del Presidente Toma nel dichiarare che in autunno, ormai ci siamo, la telenovela verrà a fine.

Oltre al ritardo nel portare a termine l’acquedotto, quello che mi ha segnato particolarmente è stato il risarcimento di 2 milioni di euro che Molise Acque ha dovuto pagare, per risarcimento dei danni, all’impresa seconda classificata nella gara di appalto, dopo la sentenza del Tar, confermata dal Consiglio di Stato.

Ciò è scaturito, per non avere atteso (chissà perché) la stipula del contratto, con l’impresa vincitrice, solo per qualche giorno, all’udienza del Tar già fissata per il ricorso inoltrato dall’impresa giunta seconda. Il Tar accogliendo il ricorso, con sentenza di condanna per Molise Acque, confermata dal Consiglio di Stato, annullando l’esito di gara, e l’aggiudicazione eseguita.

Essendo stato già stipulato il contratto, all’impresa ricorrente non potendo realizzare i lavori, non restava che chiedere e ottenere il risarcimento, quantificato in 2 milioni di euro, dei danni subiti per mancato utile.

Nel caso di oggi, se l’Amministrazione dovesse decidere di stipulare subito il contratto con l’impresa Di Francesco, potrà ripetersi l’esperienza innanzi citata, sia se la Regione non confermasse il finanziamento dei 5 milioni, e sia in caso di accoglimento dei ricorsi pendenti al Tar, presentati da Comitati e Associazioni. Con l’aggravante in quanto l’impresa potrà chiedere oltre il mancato utile, anche gli importi per le opere non realizzate, non per sua colpa ma per colpa del Comune, come disposto nello schema di convenzione, parte integrante degli atti di gara. Il risarcimento che il Comune di Termoli, quindi i Termolesi, si troveranno a pagare, sarà di milioni di euro, con possibile rivalsa sui soggetti (Dirigenti e Amministratori) responsabili del danno cagionato.

Sarà difficile a tutti spiegare tanta fretta da parte del Comune.

Torno a rinnovare con forza l’accorata “supplica”: fermatevi, riflettete, soprassedete per pochi giorni, alla stipula del contratto, fino alla pronuncia del Tar: evitate di far precipitare Termoli nel baratro.

Nicola Felice

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