La vigilanza disattesa
TERMOLI. La vigilanza disattesa, quella del vandalismo urbano, soprattutto afferente ad un'età adolescenziale, si sa, è un fenomeno purtroppo tristemente diffuso ovunque, naturalmente con modalità ed intensità che variano a seconda del luogo dove esso si manifesta, tanto da potersi definire inversamente proporzionale al grado di civiltà e di cultura di un dato consesso sociale, laddove, maggiore è il grado di cultura e di senso civico raggiunto, minore sarà la sua entità.
E' chiaro quindi che, in un'epoca come quella che stiamo attraversando, dove la famiglia e la scuola sembrano avere abdicato alla loro primaria funzione educatrice, e dove i modelli comportamentali sono quelli propinati da certa becera televisione e stampa, i giovani si ritrovano così privi di Valori e di Esempi, finendo per compiere atti insensati e volgari.
Poi, certo, è pur vero che “la mamma dei cretini è sempre incinta”, e di quanto ciò sia vero, ne abbiamo quotidiana conferma, proprio perciò sarebbe necessario fare prevenzione, e la prevenzione, da una parte, la si fa fornendo ai giovani più nobili e costruttivi strumenti di svago, di intrattenimento e di aggregazione, anziché solo “quattro bar” e “quattro cantine” dove andarsi a ubriacare per poi sfogare la sbornia imbrattando e danneggiando la proprietà pubblica e privata, dall'altro, la si fa utilizzando quegli strumenti di videosorveglianza ormai adottati ed installati un po' dappertutto, che costituiscono non solo un efficace deterrente, ma vieppiù, un fondamentale strumento per la individuazione dei responsabili, altrimenti: “cosa vuoi prendere...!!” .
A Termoli, in questi ultimi anni, sono state promesse a gran voce e in gran quantità, telecamere per il controllo della città che nessuno però ha mai visto o saputo in funzione, e chi scrive, in un recente passato, nell'ambito del “Comitato di Quartiere Piazza Mercato”, si è visto ripetutamente costretto, insieme agli altri membri dello stesso Comitato, a denunciare all'attuale Amministrazione del Comune di Termoli, gli scempi e i danneggiamenti che tutte le notti, come tutt'ora, venivano perpetrati nel Nostro centro storico, proprio tra Corso Nazionale e Corso F.lli Brigida, ai danni della proprietà privata e pubblica, da parte di balordi e ubriachi di ogni età, durante e a seguito di quella sorta di “sterminio neuronale” denominato “movida”, e della conseguente urgente necessità che venissero installate in questa zona, ma anche in tutte le altre zone “sensibili” di Termoli, questi indispensabili presidi di prevenzione e di controllo, rimanendo però inascoltati... con la inevitabile e fallimentare conseguenza, di ritrovarsi ogni volta dinanzi ad un nuovo scempio, senza che sia stato mai acciuffato e assicurato alla giustizia un responsabile; e così, anche in quest'ultimo caso, c'è da temere, ahinoi, che il Nostro caro e amato Carlo Cappella, dall'aldilà, sarà costretto a chiedersi per l'eternità “chi ja rutt u pnnil” della sua tavolozza dei colori tenuta tra le mani, ben sapendo però, egli, da buon termolese, che “il pesce puzza sempre dalla testa”...
Giuseppe Caruso