Adeguamento sismico della scuola Rosano: fondi ancora in naftalina

Osservatorio mar 12 febbraio 2019
Spalla di Claudio de Luca
3min
Scuola Rosano ©Web
Scuola Rosano ©Web

LARINO. Una cosa è certa; ma, prima di raccontare, raccomandiamo di fare attenzione alle date. A fine 2002, Larino patì gli èsiti di un terremoto (quello detto del ‘cratere’) e la Scuola ‘Rosano’ si ritrovò al servizio della Comunità perché fu utilizzata – dalle varie funzioni della Protezione civile - quale Sede del Centro operativo misto. Contemporaneamente dovette essere smantellata la ‘Novelli’ che poi rinacque a nuova vita – dodici anni dopo - con un edificio nuovo di zecca, finanziato dalla Regione. Ora occorre accelerare i tempi per l’adeguamento sismico del primo edificio citato e, a Palazzo ducale, arrivarono ben 730mila euro. Questi i fatti. Purtroppo, se qualcuno ritiene che siano ‘bruscolini’ i 18mila euro di rimborsi elettorali andati perduti solo perché la struttura avrebbe scordato di farne richiesta, è facile pensare che si possa definire una inezia anche il forte finanziamento ricevuto. Ma speriamo che non sia questo il motivo per cui è trascorso circa un anno dall’assegnazione dei fondi e non sono state ancora poste in essere le procedure per attivare i lavori? Ciò posto, la domanda è: se colpa c’è in questo attendismo, a chi attribuirla? A chi esercita funzioni dirigenziali nell’Ente (ed eventualmente mantiene i soldi sotto la naftalina) oppure all’Esecutivo che – se così fosse – validerebbe la veracità del detto secondo cui il pesce puzza sempre dalla testa? Consentiteci di dire la nostra, e riprendeteci pure se ci avrete ritenuto in errore.

n Paese, quale Larino, avrebbe bisogno di essere governato da politici autentici. Si fosse pure versati nelle lettere, nelle scienze o nelle arti liberali in genere, per gestire la Cosa pubblica occorre dimostrare di avere un pallino particolare. Perfino per amministrare i condomìni non è sufficiente essere commercialisti perché occorre maturare una sorta di diploma che abiliti. Sin dal 1987, il prof. Bassanini varò le sue famose regole secondo i cui cànoni la Politica doveva solo pianificare per poi programmare mentre la struttura doveva occuparsi della gestione corrente della macchina burocratica con poteri di disporre, in esecuzione, a propria firma, Temo proprio che oramai la valenza di certe regole si sia attenuata al punto da rimanere sconosciute all’una ed all’altra parte, anche perché spesso fa comodo; soprattutto a chi eserciti funzioni apicali.

A Larino non si fanno più vere e proprie procedure concorsuali da una vita ed i Sindaci, in genere, decretano il conferimento di funzioni dirigenziali plurime persino a chi sia stato estraneo alla dotazione organica comunale. Ed il bello è che, dal provvedimento di nomina, è difficile appurare sulla base di quali motivazione la scelta sia caduta su di uno anziché su di un altro. E questo dev’essere uno dei tanti motivi per cui, da un punto di vista amministrativo, la situazione apparirebbe crollata verticalmente a Palazzo. Si giunge addirittura a casi estremi di dipendenti assunti in pianta organica per esercitare le funzioni di …,; ma che oggi, seppure debitamente muniti dei requisiti, non vogliono più accettare l’incarico, manco si trattasse di liberi professionisti quando invece si tratta di pubblici dipendenti che - per non essere licenziati - hanno l’obbligo di esercitare le funzioni conferite. La prima legge generale sul pubblico impiego, approvata nel 1908, imponeva la regola dell’assunzione per concorso. Prima di questa data gli impieghi venivano, per lo più, “venduti”, oppure “elargiti”, sulla scorta della fedeltà politica dell’interessato. Successivamente la Charta costituzionale proclamò che agli impieghi si potesse accedere solo mediante bandi. Da qualche Sindaco a questa parte, questo principio è andato in crisi e la gran parte dei Comuni ha preso ad operare nel silenzio generale degli stessi silenti interessati e nella totale carenza di controlli, utilizzando assunzioni a tempo, predisposte con la metodica della cosiddetta “selezione”. Questa metodica è diventata una regola pure in Molise, ed ora si confida solo nell’avvento del Ministro Bongiorno per recuperare.

Claudio de Luca

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