«Ministro Bellanova, un colpo al cerchio e uno alla botte per dare continuità al sistema»

gio 12 settembre 2019
Spalla di La Redazione
2min
Teresa Bellanova ©Web
Teresa Bellanova ©Web

CAMPOBASSO. La nuova Ministra,una volta chiusa la pubblicità del vestito e del suo passato di bracciante, mostra subito con chi sta: i padroni dei semi e degli Ogm; le multinazionali e la finanza, sponsor dei trattatiinternazionali, in particolare il Ceta, che l’Europa ha già approvato, ma perché quest’approvazione diventi definitiva ha bisogno della ratifica di ogni stato membro.



Trattati, propagandati come vantaggiosi per l’esportazione dei nostri prodotti, che sono e rappresentano una vera disgrazia per la sovranità nazionale del nostro Paese e di tutti gli altri costituenti l’Unione europea.

Non a caso la modifica della Costituzione, promossa da Renzi per conto di chi voleva eliminare ostacoli per fare andare avanti processi utili e necessari per il sistema neocapitalista, l’espressione vera di questi trattati. Non a caso, l’attuale Ministra, già sindacalista della Cgil e comunista, un tempo vicina a D’Alema, poi a Bersani e, nel Pd, con Renzi, che l’ha indicata prima sottosegretaria e, con il governo Conte 2, Ministra dell'agricoltura.

Come dire che la sua memoria di lotte per i braccianti e il mondo del lavoro è parte di un passato ormai lontano, visti i colpi inferti da Renzi e il suo governo, di cui la Ministra era parte, al mondo del lavoro.

Ora si capisce meglio perché l’agricoltura non è stato considerata dal nuovo Governo un punto centrale, ma solo una delega in bianco nelle mani della Ministra.


Si capisce anche la tanta pubblicità causata da un vestito, neanche tanto strano, e da un titolo di studio, che può far parlare solo chi non ha altro da dire e gode delle sue stupidità. Una pubblicità che ha fatto diventare la ministra una protagonista alla quale, a questo punto, non si può contestare più niente.

Una Ministra che ha già cominciato a rilasciare le sue dichiarazioni, alcune interessanti, come quelle al “Sana di Bologna” riguardante il biologico, e la volontà di approvare subito il testo di legge già predisposto ed all’attenzione del Parlamento, e, prima o subito dopo, contraddirsi con l’Ogm e il Ceta, che, con il biologico contrastano fortemente.

Il biologico, sempre più una necessità per l’agricoltura di questo nostro Paese, la prima grande innovazione, per uscire dalle logiche e dai processi, deleteri per la fertilità del terreno e per l’intero territorio, dell’agricoltura industriale, che ha mostrato tutto il suo fallimento nel momento in cui, con il solo obiettivo della quantità a tutti i costi, chiude con il domani.

In questo senso l'impressione è che le idee della Ministra sono, proprio nel momento in cui sembrano contrapposte, molto chiare, cioè dare "un colpo al cerchio e uno alla botte" per la continuità di un percorso espresso e segnato da politiche neoliberiste, le stesse che hanno aperto la forbice delle disuguaglianze e, che ogni giorno, invece di chiudersi, si apre sempre di più.

Sta qui - è quello che diciamo anche alla bracciante-sindacalista di un tempo, Ministra oggi - la necessità e urgenza di “Attuare la Costituzione”, perché si possa aprire quello spiraglio che lascia intravedere il domani, che vuol dire futuro delle nuove generazioni.

Pasquale Di Lena

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