Di(A)ettanti fanno tombola, divertimento e risate al teatro Fulvio

La cinquina lun 30 gennaio 2023
Spettacolo di Alberta Zulli
4min
“I rzzll d na vicchj” ©Costanzo D'Angelo
“I rzzll d na vicchj” ©Costanzo D'Angelo
I "D(i)alettanti sul palco del Fulvio: l'intervista al regista Simone D'Angelo

GUGLIONESI. «Entrare in teatro, sedersi e viversi le emozioni». Questa è la frase che Simone D’Angelo aveva dichiarato a noi di Termolionline per presentare il suo ultimo spettacolo insieme alla compagnia de “I di(a)lettanti”.

È così è stato. Di emozioni ce ne sono state tante così come le risate. 

Le luci del teatro Fulvio sono state accese per tre giorni e cinque spettacoli sold-out. Gli spettatori hanno potuto assistere a una rappresentazione di alto livello e passare due ore in allegria. Qualcuno ha potuto rivivere quell’opera che, circa 40 anni fa, il guglionesano Nicolino Sorella aveva scritto e portato in scena. E i pensieri e i ricordi sono andati proprio a lui.

“Hai visto che bella cosa hanno fatto per papà? Hai visto che bella commedia ha scritto papà?”. Sono due dei tanti commenti che Gianluca Sorella, figlio dell’autore Nicolino, dopo il 1° atto dell'ultimo spettacolo portato in scena dai Di(a)lettanti, “I rzzll d na vicchj” ci dice orgoglioso. 

Ed è vero. Uno spettacolo di spettacolo, permetteteci il gioco di parole. E Nicolino sarebbe stato fiero del lavoro di tutta la compagnia. E lo dimostrano anche i fatti. Scrosci di applausi per una compagnia nostrana che ha divertito, incantato e passato dei messaggi profondi per due ore e mezza. Attori non professionisti che non hanno nulla da invidiare a chi questo lo fa di mestiere.

Uno spaccato di vita guglionesana tutto in dialetto. Un racconto di una famiglia anni ’60. I “rzzll”, i capricci per intenderci, di Marietta, la vecchietta di 80 anni, che non si sente di avere quell’età. Che mette in riga chiunque le capiti sotto mano. Interpretata magistralmente dalla maestra Fedora Di Narzo. La vicina chiacchierona e pettegola, la comare Caterina alias Marianna Macarlino, che spia tutti, senza pensare che, il karma esiste e a volte sarebbe meglio tacere. La nuora Filomena alias Marina Scarpone, che si barcamena tra casa, il marito Pietro (Fabio Marcantoni), la figlia Maria (Lucia Lamanda) che vuole vivere senza pensare alla gente e che vuole adeguarsi alla modernità e una suocera, Marietta appunto, che fa i capricci.

A chi lascerà l’eredità la vecchia? A loro che se ne prendono cura o alla figlia “Peppinella”.

Marietta è furbetta. Marietta non sente “quello che non vuole sentire”. Ma sistema tutto. In attesa della sua dipartita? Assolutamente no. Marietta ha voglia di vivere e continua ad amare, anche dopo aver “sotterrato” 4 mariti. E ci riprova con zi Francisc, alias Giudo Zarlenga, il compare che vive accanto casa sua. Perché l’amore arriva quando meno te l’aspetti. Perché l’amore arriva anche quando sei avanti con l’età. Perché la sua visione ottimistica, le consente di vivere una seconda vita. 

Non si può raccontare questo spettacolo. Perché davvero era solo da vivere.

È soddisfatto il regista Simone D’Angelo che, ormai, è parte integrante di un gruppo ben saldo che i guglionesani aspettano con impazienza. Una squadra che lavora sodo e collabora. Si amalgamano e ogni volta è magia. 


Come la scenografia che ti porta tra i vicoli del paese vecchio di Guglionesi, creata magistralmente dalle mani dell’artista Rocco Pelusi, che nella piece ha interpretato il notaio. Luigi Pollice invece ha vestito i panni del balbuziente Mimì fidanzato di Maria e del fratello gemello don Pasqualino, parroco di Guglionesi. Angela D’Auria e Teresa Arielli sono state le aiutanti del regista, due elementi che hanno dato il giusto supporto a Simone. Nei ringraziamenti di fine spettacolo, Simone D’Angelo ha voluto ringraziare, a parte, l’anima dei Di(a)lettanti, colei che li ha visti nascere, ha scommesso sul gruppo e che si è sempre fatta in 4 per tutti loro, Licia Lemme.

Il ringraziamento speciale e, forse più bello, però, lo ha fatto il secondogenito di Nicolino, Danilo che dalla sua pagina Facebook ha voluto omaggiare il gruppo così: «Non dovevo esserci io ieri sera ad omaggiare la mitica Fedora (che recitò anche 40 anni fa alla prima de “I Rzzl d na Vicchj” ed a ringraziare questi fantastici ragazzi de I Dialettanti che ormai confermano la loro straordinaria bravura nella recitazione dialettale guglionesana. Doveva esserci mio Padre.

Sono certo che alla fine dello spettacolo, con le lacrime agli occhi sarebbe salito sul palco ad abbracciare ognuno di loro per aver magistralmente realizzato il suo sogno tanto cullato, quello di poter finalmente (ri)ammirare la sua opera più amata dopo tantissimi anni. Papà è andato a miglior vita tre anni fa, ma quel giorno tanto da lui sognato, ieri sera, l’ho vissuto io. E vi ringrazierò sempre».

Il teatro in vernacolo piace a tutti. Coinvolge tutti. Perché è con il dialetto che si conserva la storia di una comunità. E questa comunità, dopo tanto tempo, grazie ai Di(a)lettanti si è sentita parte integrante di tutto questo. 

Perché a volte basta poco per essere felici. Perché è solo grazie a questa squadra di “matti” che per due ore guglionesani e non, hanno lasciato fuori i pensieri per dar spazio a sorrisi, grandi applausi e tante risate.

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