Papa Francesco, donne e bullismo: a largo Tornola il teatro sociale di Pina Bellano

allegra ma non troppo mer 14 agosto 2019
Spettacolo di Valentina Gentile
1min
Papa Francesco, donne e bullismo: a largo Tornola il teatro sociale di Pina Bellano ©Antonio Apeddu
Papa Francesco, donne e bullismo: a largo Tornola il teatro sociale di Pina Bellano ©Antonio Apeddu

TERMOLI. Era da tempo che largo Tornola, una delle più suggestive piazzette del borgo antico, non ospitava uno spettacolo di così alto livello, traboccando di spettatori. Con ‘Allegra, ma non troppo’, nella serata di lunedì 12 agosto, la travolgente Pina Bellano, attrice originaria di Furci, ha intrattenuto per un’ora un pubblico divertito e commosso dalla carrellata di brevi e fulminanti monologhi che indagano diversi temi d'attualità, vita quotidiana e storia contemporanea.

Accompagnata dal canto e dalle note del pianista termolese Mariano Gramegna, la Bellano sfodera grinta e ironia amara toccando argomenti come il maschilismo – col monologo scritto da Stefano Bartezzaghi e reso celebre da Paola Cortellesi, – il bullismo, l’abuso di farmaci, passando per l’immigrazione, il lavoro nero e le unioni civili – tema, quest’ultimo, riproposto sotto forma di un’immaginaria conversazione telefonica fra Gesù e Papa Francesco, che sopra ogni altro degli sketch ha suscitato un fragoroso e spontaneo applauso della piazza.

A queste ‘monoporzioni di teatro’ fa da contrappunto musicale quasi nascosto e sussurrato, ma non di poco rilievo, Gramegna con alcune reinterpretazioni di celebri ed emozionanti brani della musica leggera italiana, come ‘Guerriero’ di Marco Mengoni e ‘Mio fratello che guardi il mondo’ di Ivano Fossati.

Pina Bellano si dimostra un’abile trasformista che, a dispetto del talento comico e della leggerezza che è il suo marchio di fabbrica, sa spiazzare in particolar modo sul finale con un angosciante brano che ripercorre la storia di Settimia Spizzichino, una donna sopravvissuta agli orrori di Auschwitz. A perfetta conclusione del viaggio in questa galleria tragicomica, il discorso all’umanità tratto da ‘Il grande dittatore’ di Chaplin, che mai quanto oggi è necessario a scuotere gli animi con un preciso invito: «Combattiamo per eliminare l’avidità e l’odio, per abbattere i confini e le barriere. Nel nome della democrazia, siamo tutti uniti!».

La riuscita della serata è dovuta soprattutto all’associazione Casa del libro e alla sua presidente Daniela Battista, a cui va un plauso per la lungimiranza nell’aver proposto ancora una volta un’offerta culturale ricercata ma alla portata di tutti.

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