Il Termoli jazz festival torna nella sua ‘storica’ collocazione

Che salotto! mer 28 agosto 2019
Spettacolo di La Redazione
4min
Il Termoli jazz festival tornerà nella sua ‘storica’ collocazione ©Francesca D'Anversa
Il Termoli jazz festival tornerà nella sua ‘storica’ collocazione ©Francesca D'Anversa

TERMOLI. Dopo una eccezionale anteprima, il Termoli jazz festival tornerà nella sua ‘storica’ collocazione, a fine agosto nella splendida piazza Duomo.

Il 30 agosto ci sarà Antonio Artese Quartet che presenterà il suo quarto lavoro discografico, “Voyage”, che affronta il tema del viaggio sotto diverse declinazioni. «Sarà un concerto elegante e raffinato», ha preannunciato Michele Macchiagodena che ha speso parole di encomio per l’artista di origine termolese e per il suo impegno per l’educazione alla musica nella nostra città. La serata conclusiva del 31 agosto è quella che maggiormente segna l’apertura del jazz – e del festival termolese – a nuove interessanti contaminazioni. Si esibiranno i Technoir prima e Nikitch e Kuna Maze con Ralph Stark poi, giovani artisti che stanno innovando il panorama jazzistico e che daranno vita ad un’alchimia coinvolgente di suoni e strumenti acustici ed elettronici. Un doppio concerto che strizza l’occhio ad un pubblico più giovane ma che promette di far ballare tutti. Confermati anche per quest’anno i dj set in apertura e chiusura del concerto, con dj Bubu il 30 agosto e dj Sebastian il 31. «Sponsor privato di quest’anno del festival sarà Carpenè Malvolti, un marchio di qualità riconosciuta anche fuori dai confini nazionali e che riempie di orgoglio gli organizzatori del festival. Per il direttore artistico, ciò non fa che riconoscere ed attestare la qualità del festival stesso. Altri ringraziamenti sono andati a tutte le attività del Borgo Antico che anche stavolta non hanno fatto mancare il loro prezioso sostegno – riferiscono gli organizzatori - una città e un festival jazz che finiscono per legarsi indissolubilmente. E’ quello che è successo a Termoli e al suo jazz festival, una simbiosi consolidatasi negli anni e che ha generato reciproci vantaggi.

La meravigliosa piazza Duomo, cuore pulsante del borgo di Termoli, si è rivelato un palcoscenico straordinario per il festival. Una cornice elegante e suggestiva, perfetta per far risuonare le note raffinate del jazz.

A sua volta, il Tjf porta con sé ricadute positive per il turismo della cittadina costiera e dunque dell’intera regione, con presenze nell’ultimo scorcio del mese di agosto che difficilmente si avrebbero.

Un ritorno di immagine eccellente per Termoli che oggi può essere legittimamente annoverata tra le città del jazz, con una credibilità nel panorama musicale costruita a suon di eventi musicali di livello elevatissimo.

La tradizione jazzistica termolese ha radici lontane ma, dopo anni in cui le esibizioni sono state sporadiche e le manifestazioni soggette ad interruzioni, la continuità del format di queste ultime edizioni ha fatto la differenza. In principio ci furono il Termoli jazz Podium e il Festival Adriatico delle Musiche, ma è con la manifestazione Musica in Borgo – che può essere considerata la prima edizione di quello che poi è diventato il TJF – che si è dato il via ad una serie di manifestazioni che si sono susseguite estate dopo estate, senza soluzione di continuità. Non solo d’estate, ma anche d’inverno, l’impronta del TJF ha portato prestigiosi ospiti quali, tra gli altri, Roberto Tarenzi, Marina Bruno, Flavio Boltro, Joy Garrison, Marianne Solivan.

Il Tjf ha maturato una credibilità che oggi in tanti, esperti del genere, riconoscono. La visibilità che il festival termolese ha avuto negli anni è andata a crescere sempre più tanto da diventare per artisti e appassionati un punto di riferimento importante. Qualcuno potrebbe obiettare che si è lontani dai numeri e dalla storia dell’Umbria Jazz, il più importante festival jazzistico italiano nato nel lontano ’73. Ma dovrà pur dire qualcosa se artisti come John Patitucci – uno tra i migliori contrabbassisti al mondo – dopo essersi esibito alla Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia per l’evento ‘Jazz goes to the Museum’ (uno dei tanti eventi dell’UJ19) è approdato a Termoli per l’anteprima (lo scorso 23 luglio al Museo Macte) del Jazz Festival 2019.

Continuità che fa rima con credibilità, qualità, organizzazione ineccepibile e visibilità. Questi dunque i tratti forti del Tjf che nel suo incredibile parterre di ospiti può vantare nomi come Manhattan Transfer, Rossana Casale, Tord Gustavsen, Sarah Jane Morris, Incognito, John De Leo, Adam Ben Ezra, Kenny Garrett, Fabrizio Bosso, Sergio Cammariere, Greg Hutchinson, Stefano Di Battista, Tortured Soul, Max Ionata, Denise King, Chiara Civello, Elisabetta Serio e tanti, tantissimi altri.

E sono diversi gli artisti ormai ospiti irrinunciabili del Tjf, come gli straordinari Elio Coppola, Antonio Caps e Daniele Cordisco.

Le attestazioni da parte dei musicisti sono ciò che più resta impresso e che dimostra inequivocabilmente tutto quanto detto prima. «One of the best venue ever» per i Manhattan Transfer, protagonisti di un concerto memorabile nella serata conclusiva del festival del 2014. Per una entusiasta Rossana Casale la piazza che ha ospitato l’evento èstata «un teatro a cielo aperto».

Un festival che rimane fedele a se stesso ma che è capace di rinnovarsi edizione dopo edizione, proponendo ogni anno un tema nuovo. Per fare alcuni esempi, connubio con vino e gastronomia nel ’15 e ’16, festival tutto al femminile con ‘Voce di Donna’ nel ’17, fino ad arrivare al ’18 con la presenza di dj locali in apertura e chiusura di ogni concerto. L’edizione di quest’anno vuole porsi come momento transitorio che segna il passaggio ad un festival sempre più foriero di contaminazioni tra generi differenti. Discontinuità nella continuità, è questo che anima il Tjf.

Il successo di un’idea, di un lavoro pensato, di una passione per un genere musicale unico. Ma anche amore per la città che con eventi di tal sorta non può che aiutare l’economia cittadina. Un turismo di qualità sta prendendo sempre più piede in città con il festival jazz che quest’anno ‘spegne’ la sua sesta candelina ma che si candida a divenire un punto fermo per Termoli e il Molise e un appuntamento di rilievo nel panorama jazzistico italiano e, perché no, internazionale».

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