​Eva Sabelli-Peer Gynt in un "trip" esilarante alla ricerca dell'Io

La recensione mer 01 gennaio 2020

Termoli La sfida vincente di Stefano Sabelli, regista del dramma di Ibsen rivisitato in chiave mediterranea.

Spettacolo di Liberato Russo
4min
​Eva Sabelli-Peer Gynt in un "trip" esilarante alla ricerca dell'Io ©Liberato Russo
​Eva Sabelli-Peer Gynt in un "trip" esilarante alla ricerca dell'Io ©Liberato Russo

FERRAZZANO. "Se avete voglia di sognare, se pensate di poter ritrovare voi stessi attraverso la trama complessa ed intricata dei desideri, allora non vi resta che affidarvi al genio artistico di Stefano Sabelli, 'deus ex machina' del Teatro del Loto di Ferrazzano.

Con il suo rinnovato dramma 'PeerGyntTRIP', scritto nel 1867 dal drammaturgo norvegese Henrik Johan Ibsen, il racconto delle avventure sognanti del giovane Peer si snoda pian piano sotto la lente della rivisitazione innescata magistralmente dallo stesso Sabelli. Dalle lande del grande Nord ai deserti del Marocco, il tuffo nel Mediterraneo è d'obbligo! Tra canti, citazioni e riferimenti alla cultura popolare italiana - in modo particolare a quella romanesca, ciociara, abruzzese e campana - Peer Gynt diviene un affabulatore molto più vicino ai nostri sogni. E trovi anche il nostro Molise nella rilettura teatrale di Sabelli: il talento del maestro di musica Piero Ricci, libera armonie solenni con la sua amata zampogna, con la fisarmonica e lo zufolo, calcando di tanto in tanto il palcoscenico come un saggio che pone rimedio alle storture della vita, proprio attraverso i medicamenti della musica!

Al maestro, fanno eco i suoni di Piermarino Spina che, attraverso le magie del suo xilofono, regala valore aggiunto alla scena. Per comprendere il valore del grande e complesso lavoro messo in scena da Stefano Sabelli, bisogna tener ben presente il testo di Ibsen, legato prevalentemente alla narrazione, ad una scrittura in versi che - per i tanti cambi di passo e un'elegia che prevede continui cambi di scena - diviene davvero difficile portare sul palcoscenico.

Eppure l'esperienza, il coraggio e la maestria di Sabelli sbaragliano ogni incertezza, ogni dubbio, regalando agli occhi dello spettatore due ore di sogno puro e madido di meraviglie; le stesse che probabilmente hanno animato l'animo del regista, portando in scena la sua visione onirica della vita, fusa perfettamente con i sogni di Gynt. Ho avuto il piacere ed il privilegio di assistere ieri sera al dramma messo in scena al Teatro del Loto, nella particolarissima cornice di una gelida e fiabesca Ferrazzano. Ho avuto come l'impressione di essermi ritrovato all'interno di un grande alveare, dove ogni attore, ogni musicista, ogni tecnico e lo stesso regista hanno operato per raggiungere un bene comune. Come api operaie, tutti sono indispensabili, unici e capaci di tessere la trama di quel 'grande sogno' che non è solo quello di Peer Gynt ma di ciascuno di noi. E poi? E poi non bisogna dimenticare la scenografia, una macchina perfetta e armoniosa che ha animato ogni atto, ogni singolo momento del dramma. Così, le mirabili scene ideate da Francesco Fassone e costituite da una trama di pelli, pellicce, stoffe, adornate da piccoli campanelli, subiscono continue metamorfosi: da ambiente domestico e materno a capanna misteriosa costruita nell'oscurità dei boschi, da tenda dei beduini del deserto a barcone in balia delle tempeste marine, destinato a sfasciarsi a causa del mare periglioso. Tutto è congegnato alla perfezione, tanto che la stessa scenografia e gli effetti di luci e di suoni diventano un elemento di vitale importanza.

E che dire degli attori? Una squadra di 'api operaie' che - anche nei momenti di minore tensione - sono impegnati a governare la scenografia, accompagnando la struttura nei suoi movimenti, quasi fossero parte della stessa. Armonia e preziosità, passione e ingegno a governare un 'trip' fresco, giovane ed ambizioso. La 'verve' della protagonista - la bella Eva Sabelli che dá anima e corpo al giovane Peer - straripa sul palcoscenico con una grinta e una vitalitá oltre misura. Eva-Peer, in un magico e conturbante scambio di personalitá donna-uomo, assume i caratteri di saltimbanco, di monello sognatore pronto a sfidare il mondo dei più grandi e diventare imperatore di un popolo di troll, di fate e di entitá antropomorfe e bestiali.

Eva riesce a dare un carattere vivace e scanzonato al Peer di Ibsen, tanto che - al termine dello spettacolo - lo senti ancora bisbigliare dietro di te, tra colpi di scena e arcane presenze. Gianantonio Martinoni, Fabrizio Russo, Bianca Mastromonaco e gli altri attori presenti in scena sono così carismatici da rappresentare davvero un 'unicum' esilarante, divertente ma anche fortemente drammatico! Tra l'altro Fabrizio Russo, noto cantante dei 'Riserva Moac', è stato una felice rivelazione; oltre alle già conosciute doti canore, ha sorpreso il pubblico per le sue capacità istrioniche,consacrandolo artista a tutto tondo! Sono uscito dal Teatro del Loto a fatica ieri sera, provando nostalgia per i personaggi, per quel racconto che ti si appiccica addosso, consapevole che il miglior modo per sfogliarlo di nuovo è rivederlo sul palcoscenico del Loto. Sono certo che siano possibili anche altri livelli di lettura, forse più profondi, probabilmente più poetici. Così, la 'Compagnia del Loto', si conferma un'eccellenza di arte e cultura del nostro piccolo Molise, una pagina di preziosa bellezza di cui andare davvero fieri! L'invito è quello di andare a vedere al più presto questo meraviglioso spettacolo il cui successo è ormai ampiamente conclamato".

Liberato Russo

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