La forza inarrestabile delle donne nel Surabaya Duo con la vastese Greta e la molisana Francesca

Musica dom 14 giugno 2020
Spettacolo di Lea Di Scipio
4min
La forza inarrestabile delle donne nel Surabaya Duo, con la vastese Greta e la molisana Francesca ©Surabaya Duo
La forza inarrestabile delle donne nel Surabaya Duo, con la vastese Greta e la molisana Francesca ©Surabaya Duo

VASTO. Prendete due ingredienti apparentemente opposti come la forza e la delicatezza. Se considerate che questi trovano la loro massima espressione dentro un elemento femminile, immaginate cosa si scatena quando esplodono dalla commistione di due.

Parliamo del Surabaya Duo, composto dalla vastese Greta De Santis, mezzosoprano, e dalla pietracatellese Francesca Gesualdo, pianista.

Molto attive sui social non hanno sospeso la loro produzione artistica nemmeno durante la quarantena.

Tra i tanti pezzi sfornati in tempi di Covid-19, spicca la ninna nanna della nascita, "Christamas Lullaby", che così hanno introdotto: "Abbiamo sentito la necessità di suonare questo pezzo perché parla di una donna incinta che si trova di fronte ad un'importante decisione in un presente come il nostro, fatto di buio e di incertezze, ma che nonostante tutto sceglie di essere forte e portare a termine la gravidanza. Nella canzone dice di non avere il potere di muovere il mondo, ma che vuole lo stesso donare alle persone i suoi occhi, per trasmettere loro la sua forza d'animo".

Le abbiamo intervistate per conoscerle meglio.

Perché Surabaya Duo?

Aleggiano storie curiose sull’origine di questo nome. Surabaya è anche il soprannome di uno degli amanti delle donne che raccontiamo nel nostro spettacolo, fuorilegge e donnaiolo, bello e dannato, un vero uomo di mare, dato che Surabaya si trova nell’isola indonesiana di Giava. In realtà tutto quello che possiamo dirvi è che una volta ci ritrovammo distese sul molo di Surabaya, ebbre di Gin Rummy, a struccare fantasie.

Qual è la storia della nascita del Duo?

Surabaya Duo nasce dal nostro incontro nelle aule del Conservatorio e poi da un profondo rapporto di amicizia e stima cementato anche da anni di convivenza durante gli anni di studi musicali. Conoscendoci scopriamo di avere la stessa passione: il repertorio del ‘900, che spazia dal teatro musicale pungente di Brecht e Weill a sonorità più frizzanti, che vanno dal pop al jazz finanche al tango, di Bernstein e Gershwin. È un repertorio ricco di meravigliose perle ma purtroppo ancora semisconosciuto al grande pubblico.

Qual è il progetto e quale l’idea che c’è dietro?

Di recente stiamo lavorando alla realizzazione dello spettacolo “DISINCANTO”, che getta luci ed ombre sull’universo femminile, e che speriamo di portare presto in giro.

Attraverso i brani che si alternano a poesie e monologhi, “DISINCANTO” rivela un intreccio di storie di donne immerse nelle loro vite. Donne che si trovano di fronte a decisioni irrevocabili e che attraverso i dolori, angosce, dubbi, tentazioni, mostrano tutta la propria potenza. Donne tragicamente e grottescamente vere, che non hanno paura di mostrare le loro ferite. Donne sensuali, donne depresse, donne sfacciate. Tutte innamorate ma ognuna in modo diverso: chi di uomini, chi di sogni e chi dei figli. In questa diversità può farsi spazio una bellezza autentica.

Come l’umore di una donna, questo viaggio è una montagna russa di emozioni: a volte va tutto liscio, ti stai divertendo, e un attimo dopo ti arriva una botta allo stomaco. E si riparte.

Vogliamo “struccare” tutti i punti forza della donna imposti dalla società per restituirle tutta la grazia delle sue imperfezioni, delle sue sfaccettature contraddittorie. Libera di poter essere e di poter sentire qualsiasi cosa.

Una donna può e deve avere anche il diritto di mostrarsi a pezzi ma non per questo perdere la sua potenza. In tutte le sue crepe emana una luce fortissima.

Offriremo al pubblico una visione di immagini in modo appunto disincantato, senza dare opinioni su un dato atteggiamento o reazione. Dopotutto la vera intelligenza non è schierarsi alla cieca dal lato della ragione socialmente accettabile ma comprendere ogni situazione. Sarà poi lo spettatore a trarre le sue conclusioni, esattamente come nello spirito del teatro brechtiano.

Quali brani finora realizzati e perché li avete scelti?

Abbiamo registrato per ora tre brani. La peculiarità è che sono stati fatti tutti a distanza a causa del Lockdown. La prima scelta è ricaduta su un pezzo che eseguiamo da sempre e al quale siamo molto legate: Christmas Lullaby, ovvero ninnananna della nascita. Abbiamo sentito quasi la necessità di suonare questo brano durante la quarantena perché parla di una giovane donna incinta che si trova a dover prendere una decisione importante, in un presente fatto di buio e incertezze come il nostro e sceglie di essere positiva, di avere forza, di portare a termine la gravidanza e sperare in un futuro migliore per sé e il suo bambino. Nel brano lei dice: “non ho e non avrò mai il potere di muovere il mondo e le persone a mio piacimento, non sono una persona influente e potente ma voglio semplicemente donare al mondo i miei occhi affinché le persone possano vedere con la mia forza d’animo”.

Il secondo brano è una ballata irlandese, Danny Boy. È la storia di una madre vissuta durante la guerra che canta per il figlio partito per il fronte che non rivedrà mai più. Ci ha toccato il suo grande amore, quello vero che annulla ogni distanza, completamente disinteressato. È stato un grande spunto di riflessione durante il Lockdown in cui tutti si riempivano la bocca di frasi come “distanti ma uniti” in un mondo dove i sentimenti sono diventati così labili, dove sapendo di essere tutti connessi non ci si cerca più.

Il terzo brano uscirà la prossima settimana. Sarà un tango di atmosfere anni ’30.

Registrare a distanza è stata un’esperienza molto strana ma intensa che ci ha tenuto unite e ci ha aiutato a rimanere lucide anche in questo periodo di forte incertezza. Infatti non vediamo l’ora di riabbracciarci e suonare insieme. La cosa che ci manca di più è sentire i nostri respiri che si fondono mentre suoniamo, una cosa che nessuna tecnologia potrà mai sostituire. E poi anche una bevuta ci sta. Anche più di una.

TermoliOnline.it Testata giornalistica

Reg. Tribunale di Larino N. 02/2007 del 29/08/2007 - Num. iscrizione ROC:30703

Direttore Responsabile: Emanuele Bracone

Editore: MEDIACOMM srl
Via Martiri della Resistenza, 134 - 86039 TERMOLI(CB)
P.Iva 01785180702

© Termolionline.it. 2024 - tutti i diritti riservati.

Realizzato da Studio Weblab

Navigazione