Circolazione stradale sotto l'ombrellone

lun 13 agosto 2018
Veicoli al crocevia di Claudio de Luca
3min
Bande chiodate ©Web
Bande chiodate ©Web

BANDE CHIODATE – E’ da tempo che le bande chiodate fanno parte dell’armamentario usato dalla Polizia nei posti di blocco. Ma hanno il difetto di bucare le gomme non solo alle auto inseguite ma anche a quelle di chiunque altro vi transiti sopra. Per ovviare all’inconveniente, una Società britannica (‘Spanset’ di Middlewitch) ha creato una di plastica con punte che scattano in posizione verticale solo su comando. Dopo di avere bucato i pneumatici del veicolo in fuga, i chiodi si ripiegano e fanno passare le altre auto.

IN BICI SENZA PEDALARE – Il sogno di molti ciclisti è quello di pedalare senza dover patire i pericoli del traffico automobilistico e senza fare troppa fatica. Naturalmente si auspica che ciò possa diventare una realtà. Un ingegnere britannico (Geoffrey Garner del Laboratorio di ricerca sui trasporti) ha avanzato una proposta che dovrebbe diffondere l’uso urbano della bicicletta. Si tratta di una specie di posta pneumatica per ciclisti: strade speciali solo per biciclette, inserite all’interno di tubi di plexiglass o di vetro trasparente in cui viene prodotta - in continuazione – con enormi ventilatori una sorta di corrente d’aria. La spinta permetterebbe ai ciclisti di evitare quasi di pedalare e di muoversi più velocemente, essendo inoltre comunque protetti dalla pioggia. Un primo tratto sperimentale di questo viale a vento è stato realizzato in Olanda. Ma c’è anche un altro modo per andare in bicicletta senza fare fatica: attaccare una turbina-jet al telaio. E’ quello che ha fatto un ingegnere britannico. Con la sua bici-jet raggiunge, senza pedali, la velocità di 80 kmh. Il problema è che il velocipede perde in questo modo la sua caratteristica più preziosa: il fatto di essere un mezzo di trasporto ecologico.

Questa bicicletta-jet fa un rumore non inferiore a quello di un aereo in fase di decollo, espellendo gas di scarico a 480° centigradi sufficienti per arrostire qualsiasi malcapitato, ciclista o pedone, che si avvicinasse.

L’AUTOMOBILE CHE VEDE NEL BUIO - Una vettura sfreccia nella notte. Un centinaio di metri più avanti, dove ancora non può essere inquadrato dai fari, un capriolo attraversa la strada. Impatto inevitabile? No: l’immagine del capriolo compare subito sul parabrezza e l’autista può frenare. “Abbiamo messo a punto un visore notturno per auto”, dicono alla Cadillac. Funziona così: sotto il radiatore è fissata una telecamera a raggi infrarossi i cui sensori ‘vedono’ le radiazioni termiche emesse dagli esseri viventi. Da queste un ‘microchip’ ricava l’immagine proiettata sul parabrezza. Secondo i tecnici, il sistema riduce di tre volte gli incidenti notturni.

SCOOTER A PROVA DI LADRI – Gli scooteristi italiani sono quasi 7 milioni e le moto 3, tutti potenziali vittime dei ladri. Si calcola che, in alcune regioni, venga rubato un motorino su tre. Meglio prevenire, dunque. E ci sono anti-furti che entrano in azione per contatto sull’accensione, Ma anche se la moto o lo scooter vengono trascinati o spostati a mano. Consumano poca energia e, quindi, non esauriscono la batteria.

PATTINI FUORI-STRADA – Il ‘Coyote’ è stato il primo pattino in linea, con ruote pneumatiche (che contengono aria) del diametro di 15 cm. In caso di foratura, nessun problema: si cambiano le gomme. Fu studiato per consentire ai pattinatori in linea di affrontare qualsiasi terreno, persino i sentieri di montagna o le strade sterrate. I freni agivano direttamente sulle ruote ed il telaio era in alluminio. Purtroppo costava circa un milione di lire.

VETRI INTELLIGENTI – Si definiscono intelligenti quei vetri che lasciano passare più o meno luce a seconda delle esigenze. I primi, lanciati per cose e per auto, erano costituiti da due superfici trasparenti elettricamente conduttrici di vetro o di plastica. All’interno di queste due superfici è inserito un liquido che contiene microscopiche particelle. Aumentando o diminuendo il voltaggio tra le superfici è possibile controllare l’orientamento delle particelle e, per conseguenza, la loro capacità di assorbire la luce. Vengono usati anche per occhiali, schermi di computer e vetrate dove il loro uso potrà consentire risparmi sui consumi per la climatizzazione.

AUTO E TERZO MONDO – Non appena ‘uscì’ricordava la vecchia 2 cv della Citroen, con la differenza che la carrozzeria era composta solo da 4 pezzi di termoplastica, vale a dire quella delle bottiglie di acqua e bibite, incollate insieme. A realizzare quel prototipo fu la Chrysler con il progetto di sostituire le moto nei Paesi in via di sviluppo. Alimentata da un motore a due cilindri raffreddato ad aria, sostenuta da un telaio in acciaio, costava meno di 10 milioni di lire. La plastica usata fu ottenuta da bottiglie riciclate. Poiché non sopportava le alte temperature delle vernici a caldo, usciva dallo stampo pre-colorata con insolite tinte opache. Il vero problema era la sicurezza, al punto che non rientrò nei parametri fissati dagli Stati dell’Usa.

Claudio de Luca

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