Come conviene intestarsi un'autovettura?

lun 06 aprile 2020
Veicoli al crocevia di La Redazione
3min
Intestarsi auto ©businessonline
Intestarsi auto ©businessonline

Il tema trattato questa settimana è stato sollecitato da alcune precise richieste avanzate da persone che ritengono la cosa impossibile: la comproprietà di un’autovettura. Eppure cointestare un'auto a due persone è possibile. Ma la prima cosa da fare è valutare, previamente, quali siano i vantaggi, quali gli svantaggi dal momento che, bene spesso, gli uni possono superare gli altri. Per il resto, concretare una comproprietà è una pratica sicuramente semplice. Cosa vuol dire cointestarsi un veicolo? Molto semplicemente vuol dire comprarla insieme ad un’altra persona, sia essa un parente o meno, si sia in regime di convivenza o meno. Nella sostanza non è necessario che si sia parenti o che si conviva. Chiunque lo voglia può comprare ed intestarsi un veicolo insieme ad un’altra persona. E’ sufficiente che entrambi siano presenti al momento delle procedure di vendita, muniti di documenti validi per procedere, insieme, alla sottoscrizione del contratto d'acquisto. Naturalmente è possibile sia cointestare un'auto nuova di zecca così come una usata.

Al momento del passaggio di proprietà verrà specificato che il nuovo proprietario non è uno ma che
si tratta di due proprietari. Un veicolo è un bene e come tale ha un possessore. Nel caso che quest’ultimo dovesse morire, l'auto entrerebbe
a far parte dell'eredità; e, sul valore del bene, gli eredi dovrebbero pagare la tassa di successione. Però, nel caso di morte di uno dei
cointestatari di un'auto con due proprietari, il secondo cointestatario non andrebbe a pagare la tassa di successione sulla sua quota (in questo
caso il 50% del valore dell'auto). Se per piccole auto economiche la differenza è minima, per auto di lusso l’importo potrebbe lievitare. Nel
caso l’auto venisse sottoposta alle cosiddette "ganasce fiscali" (praticamente al fermo amministrativo per il mancato pagamento di un
debito di natura fiscale, sanzioni pecuniarie incluse), la cointestazione fa cambiare le cose perché - secondo numerose sentenze -
in questo caso non sarebbe possibile procedere al fermo amministrativo dell'auto cointestata, poiché un provvedimento del genere danneggerebbe
anche il secondo proprietario che, a differenza del primo, non è debitore di alcunché nei confronti dello Stato.

La legge prevede che, in caso di nucleo familiare con componenti che abbiano tutti la stessa residenza (il classico caso dei genitori con i figli neopatentati), questi ultimi possono sfruttare la classe di merito più vantaggiosa (che, di solito, è quella di uno dei genitori, al netto di eventuali incidenti recenti). Nella sostanza, la residenza sotto lo stesso tetto, che deve essere ufficiale, è la chiave per ottenere il vantaggio succitato. Tuttavia, in caso di auto cointestata, molto probabilmente la Compagnia assicurativa non prenderà atto della comproprietà; e, se il cointestatario è un figlio o comunque qualcuno con una classe peggiore della vostra, è quasi certo che il premio assicurativo da pagare salirà. Quindi non è affatto detto che cointestare una vettura consenta di fare dei risparmi sulla polizza, tranne che in un caso: un figlio potrà ereditare la classe Rca più vantaggiosa anche se, successivamente, abbia cambiato residenza. Ma solo se il padre vi rinuncia. E non solo: questo beneficio varrebbe solo
sull'auto cointestata. Cosicché, se il figlio acquistasse una seconda vettura, non potrebbe fruire della stessa classe di merito per la seconda auto.

Infine, è il caso di sottolineare quali possano essere gli svantaggi di una cointestazione. Il primo è che non siamo proprietari del 100% della vettura, ma solo della metà. Il che vuol dire, ad esempio, che, se volessimo rottamarla per usufruire di eventuali incentivi, servirà la firma anche del secondo proprietario. Se l'auto fosse cointestata a due amici o conoscenti (e uno dei due morisse), la sua metà andrebbe agli eredi ed il cointestatario ancora in vita potrebbe non trovarsi d'accordo con essi sul futuro dell'auto. Magari un giorno vorrà venderla, ma gli eredi non vorranno venirgli incontro a
manco accettare di comprare il 50% in suo possesso. ‘Dulcis in fundo’, non è possibile vendere un'auto cointestata senza il consenso del
cointestatario mentre è possibile al massimo alienare la propria quota.

Claudio de Luca

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