Non solo vicissitudini familiari, anche visioni differenti con la società nell'addio di Cortellini

A bocce ferme gio 29 aprile 2021
Calcio di Michele Trombetta
3min
Fabio Cortellini ©TermoliOnLine
Fabio Cortellini ©TermoliOnLine

TERMOLI. C’erano molte speranze legate nell’autunno scorso al profilo dell’allenatore Paolo Cortellini, che a causa della seconda ondata di Covid non ha potuto proseguire la missione alla guida del Termoli calcio 1920.

Come è noto, lo scorso 16 aprile si è consumato l’addio al mister, reso noto con uno scarno comunicato in cui la società ci annunciava che per motivi familiari il tecnico si era dimesso dalla carica.

Oggi, noi dopo vari tentativi andati a vuoto, siamo riusciti a contattare il trainer "Dimissionario”, perché noi come sapete facciamo questo mestiere che è anche un mestiere curioso e volevamo sapere se dovevamo davvero credere alle dimissioni, o che invece era successo qualcos'altro che ha portato alla separazione.

Anche perché, francamente il Termoli che iniziò la stagione, non era affatto male e la sua mano già dava segnali molto incoraggianti per una stagione di soddisfazioni, quindi per noi addetti ai lavori la motivazione classica per motivi di famiglia non ci convinceva più di tanto.

Mister allora questo lockdown anche calcistico ha prodotto altri guai come mai questo divorzio.

«Si diciamo che sono molto amareggiato di questa mia separazione dal Termoli squadra e dalla città di Termoli. Io come ti dissi anche l’estate scorsa, quando venne presentata la squadra, che ero entusiasta di essere a Termoli e che credevo ciecamente al progetto triennale per riportare il Termoli e la piazza termolese negli ambiti che meritava. Francamente visto che all'inizio ci hai seguito, avrai notato che la squadra pur se in embrione fin da subito con tanti giovani interessanti, senza gli attaccanti di valore come Silvano che venne più tardi, la squadra era imbattuta e come ricorderai nella gara degli ottavi di coppa Italia contro la corazzata Aurora Alto Casertano offrimmo una prova molto convincente andando subito in vantaggio con il bravissimo Barrios. Pur subendo il pareggio mettemmo seriamente in difficoltà in quel momento i più quotati avversari.

Ma anche in campionato andavamo benissimo, poi con l'arrivo di Silvano e altri giocatori stavamo cominciando a prendere il volo, poi arrivò il covid e tutto si fermò. Poi, qualche problema di famiglia è subentrato, ma qualcosa è successo anche a livello di pareri sul da farsi, io non riesco a capacitarmi, certamente non sono felice perché ci credevo, come ti dissi, in questa squadra e ci credo maggiormente ancora oggi che non sono più l'allenatore. La squadra è ancora più forte dell'inizio stagione e sono sicuro che potrà competere per le alte sfere del campionato.

Io amo e seguirò con passione la squadra e ne sono fiero perché un po' di merito sarà anche mio alla fine, sono un professionista che sa che nel calcio accadono situazioni come queste e accetto  con serenità, anche se però il mio di stato d'animo non può essere sereno, ma ora già a distanza di qualche giorno con la famiglia vicina mi sto tirando su di sicuro e seguirò anche a distanza le vicissitudini del Termoli e chissà, nel calcio capita che le strade si rincontrano, e se accadrà io sarò felicissimo di poter lavorare se accadrà di nuovo in questa città, che seppur in pochi mesi mi è entrata nel cuore, sarebbe stato bello se potevo portare a termine il lavoro che avevo iniziato più che bene, ma la vita va avanti comunque, grazie anche a voi che mi avete accolto con simpatia e forza Termoli».

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