«Ci boicottano tutti, costretti ad allenarci in Puglia»

La sfuriata lun 16 settembre 2019
Calcio di Michele Trombetta
3min
Allenamenti in trasferta ©Termolionline.it
Allenamenti in trasferta ©Termolionline.it

TERMOLI. Nemmeno la prima vittoria in campionato ha placato l’ira di Marco Castelluccio, già presidente giallorosso e ora dirigente del rinnovato Termoli 1920.

Il Marco Castelluccio in versione "Orlando Furioso" che incontriamo è socio al 25%, ed è sempre lui che ci mette anima e corpo per le questioni di campo; è sempre lui che segue la squadra in allenamento e in campionato durante le gare ufficiali, è sempre lui che fa da parafulmine ed è sempre lui che ci mette la faccia nella buona e cattiva sorte.

Oggi dopo le notizie positive che giungono dal campo uno si potrebbe chiedere come mai è furioso Castelluccio, appena glielo chiediamo lui diventa un fiume in piena inarrestabile e si scaglia contro tutto e tutti: «La mia squadra sia ieri quando si chiamava Città di Termoli che oggi F. C. Termoli calcio 1920, anche se il presidente è Giovanni Di Girolamo, viene sistematicamente boicottata, vessata e dileggiata dalla città.

Eppure portiamo il suo nome in giro per la regione, in attesa di portarla anche fuori, dalle istituzioni che con la storia del campo non pare proprio voglia venire incontro a chi si affanna, fa sacrifici per fare calcio qui a Termoli, solo perché a noi ci hanno sempre considerati degli intrusi, ma dove sono quelli del posto che vogliono o hanno fatto calcio fino a oggi da quattro o cinque anni a questa parte?

Adesso sono presi in considerazione le nuove realtà di categorie inferiori, vengono ascoltati e rassicurati pure gli amatori, con tutto il rispetto per loro, ma invece la squadra che piaccia o no fa la massima categoria regionale, si chiama con il nome della città, anzi abbiamo fatto di tutto per riportare i fasti del vecchio nome alla società, non dà retta a nessuno, come se noi non esistessimo. Anzi ci hanno detto senza mezzi termini di togliere al più presto il disturbo da alcuni locali dello stadio. Non ci possiamo allenare sul campo, ma ci hanno relegato su quello di contrada Airino dove tutto si può fare tranne che giocare al calcio, campo con pietre ed escrementi di animali, spogliatoi indecenti per non dire di peggio, il rischio che giocando sopra quel campo i giocatori si rompono è altissimo, questo ci ha fatto prendere la decisione di emigrare tra Torremaggiore e Apricena per gli allenamenti, ma se continuano questi boicottaggi non escludiamo di andare a giocare le gare ufficiali casalinghe in trasferta.

Non accettiamo questa situazione davvero incresciosa, anche poi il fatto che qualcuno dello stesso ambiente calcistico cittadino va sparlando di noi descrivendoci nel modo più negativo possibile.

Comunque non ci facciamo intimidire da nessuno, noi, e qui ci metto anche la firma, abbiamo fatto uno squadrone e vinceremo il campionato al 100%, tireremo dritti per la nostra strada alla faccia di chi ci vuole male, però mi sembra doveroso denunciare questo clima ostile che hanno creato attorno alla nostra società davvero vergognoso, abbiamo sempre chiesto collaborazione a imprenditori locali, ma è stato come parlare a dei fantasmi, mai nessuno che abbia solo voluto incontrarci manco avessimo la peste, ora c'è Di Girolamo che viene da fuori con i suoi collaboratori, l'unico che ha creduto in me e in quei pochi che mi hanno sempre affiancato e la guerra nei nostri confronti non accenna a diminuire, anzi è aumentata, ma noi certamente non ci faremo intimidire, andremo avanti per la nostra strada perché abbiamo la squadra per primeggiare in tutto poi vedremo chi l'avrà vinta, no non è una minaccia, è una certezza.

Il Termoli solo grazie a noi non certo per merito dei termolesi tornerà a vincere e volete scommettere che poi quando questo accadrà, qualcuno si vorrà riavvicinare al carro dei vincitori? Eppure allora poi sarà difficile salirci sopra. Intanto noi, che ci vogliano o no, a Termoli continuiamo a mietere successi perché quest'anno con qualche sacrificio in più abbiamo creato uno squadrone, davvero».

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