Calcio termolese alla deriva, parlano le vecchie glorie giallorosse

Opinioni gio 13 febbraio 2020
Calcio di Michele Trombetta
4min
Opinioni sul Termoli calcio: Fulvio D'Adderio ©TermoliOnLine
Opinioni sul Termoli calcio: Fulvio D'Adderio ©TermoliOnLine
Termoli calcio: opinioni sul momento nero dei giallorossi

TERMOLI. Il calcio una volta era tra i fiori all’occhiello della nostra città, ma da alcuni anni però questa disciplina che faceva fremere i cuori di tanti termolesi di ogni ceto sociale non ha pace.

Il rito della partita al Cannarsa, ma anche in trasferta, era una festa per tutti.

Oggi purtroppo non è più così e le cause sono molteplici da ricercare, noi abbiamo chiesto un pensiero a chi questa maglia in passato l’ha indossata con orgoglio e passione, chiedendo loro se avessero una ricetta per venire fuori dal tunnel.

Orazio Capozzi: «Prima di tutto bisogna azzerare quella che è oggi l'attuale situazione di governance in seno al Termoli calcio e ci vuole una persona adatta che riesca a fare da intermediario tra tifosi e forze imprenditoriali, faccio un appello al vero tifoso che vuole bene al Termoli muoviamoci, basta con questa passività”.

Fulvio D’Adderio, allenatore Professionista: “Il calcio oggi a tutti i livelli è cambiato rispetto a quando cominciai io, oggi ho 60 anni, i giovani a differenza nostra anche quando vengono a giocare a Termoli la prima cosa che pensano sono i soldi, io quando venivo da San Martino venivo a Termoli, mi accompagnava mio fratello, e al massimo prendevamo il rimborso spese, i soldi li prendevano coloro che avevano famiglia.

Purtroppo i giovani oggi dovrebbero cominciare a rinunciare a qualcosa, perché non si può sempre avere tutto, io quando da Termoli sono andato a Campobasso ho dovuto fare delle rinunce per esempio la mia partita iniziava il lunedì che non mi vedeva tornare a Termoli, ma restavo a Campobasso per studiare le nozioni calcistiche dal mio allenatore, e non voglio parlare di sacrifici, perché fare lo sport non è sacrificio ma sotto sotto è un piacere, sacrifici sono quelli che fanno i turni in fabbrica, un tutore dell’ordine che per 1000 euro rischia la vita e non può come me oggi fare ritorno dalla famiglia ogni settimana, ha una bella macchina a disposizione, mangia nei ristoranti tutti i giorni. La crisi a Termoli, io pur non conoscendo a fondo la situazione, penso che sia da ricercare ad esempio nel fatto che una piccola regione come il Molise non riesce ad allestire dei campionati di Eccellenza e Promozione ed è costretta a iscrivere squadre di altre regioni che vengono poi qui a far man bassa di titoli.

Io quando iniziai posso dire che c’erano un bacino di utenza di giovani che volevano fare calcio, oggi sono invece pochissimi. Poi a questo si possono aggiungere le difficoltà che ogni regione a maggior ragione la nostra piccola, ma poi anche le amministrazioni comunali, che davanti ad un calo demografico, alle mancanza di lavoro per i cittadini e altre gravi problematiche, è quasi normale che vengano messi da parte i problemi meno impellenti quali possono essere il calcio, per tentare di risolvere le situazioni più gravi. Certo mi fa male vedere la squadra dove in pratica ho iniziato la mia carriera costellata da molte soddisfazioni, mi fa male e spero che alla fine si possa rimettere in sesto, ma oggi come dicevo è difficile perché la mentalità di chi vuole giocare e molte situazioni sono cambiate radicalmente”.

Marcello Corazzini: “Vedere il Termoli calcio in questa situazione non è gratificante non parlo di classifica, anche se credo e sono convinto che Termoli merita di più di una Eccellenza molisana, sia come cittadina e sia come tifoseria. Mi viene in mente un Termoli-Campobasso nel 1995/96 in un Cannarsa gremito (feci anche gol) oppure l’ultimo anno in cui ho giocato con l’allora presidente Cesare, lo stadio era sempre pieno, c’erano le famiglie. La situazione negativa ha molti fattori, ovviamente parlo da esterno. Nulla togliere al presidente attuale, ma credo che una società di calcio va interpretata come una azienda e una azienda per andare avanti ha bisogno di organizzazione e di fondi, ma solo i soldi non fanno vincere... Ci vuole una persona disposta a investire, a credere in un progetto, a credere nei giovani e a credere anche quello che ha in casa... ci vuole un aiuto dagli enti locali (non so se lo danno parli da esterno). Io posso solo far riferimento al mio ultimo anno dove abbiamo sfiorato la lega Pro per 2 punti e allora il presidente Cesare ha investito molto, aveva una progettazione a lungo termine, ma l’hanno fatto fuggire.

Da allora sono cambiate diverse proprietà ma con risultanti sempre negativi. Il calcio deve essere amato. Il Termoli calcio deve essere amato deve sentirsi appartenere a tutta la città. Ho visto critiche in passato anche da pseudo dirigenti che credono di sapere di calcio, ma ci vuole organizzazione, dico questo perché qualche società ne ho girata e qualche partita l‘ho fatta. Non voglio essere di parte ma ci vorrebbe un nuovo Cesare».

A parte ci sono anche due interventi in video di Nicola Perricone e Luciano Germinario.

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