I 4 marinai naufraghi dell'86 meritano almeno una stele al porto di Termoli

L'appello sab 11 luglio 2020

Termoli L'appello della figlia di Minervini: «Spero con tutto il cuore che il mio desiderio prenda veramente forma e che le loro anime possano trovare pace. Infinite grazie per avermi dato la possibilità di scrivervi».​

Attualità di Emanuele Bracone
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Pasquale Minervini ©TermoliOnLine
Pasquale Minervini ©TermoliOnLine

TERMOLI. Gente di mare: quanti termolesi hanno dato la propria vita, sacrificando se stessi e gli affetti dei loro cari, per una vita mai semplice e sempre rischiosa. Il 5 dicembre si celebra nella festa liturgica di San Basso questa ricorrenza, a cui si abbina anche un riconoscimento da parte dell’amministrazione comunale.

Lo scorso anno c’è stata una forte presa di posizione da un orfano del mare, possiamo definirlo così, Vincenzo Casolino, che perse il papà, quando lui era ancora un ragazzino, vittima assieme ad altri marinai di un tragico naufragio del peschereccio su cui erano imbarcati. Collisione con un mercantile tra Pianosa e Tremiti, dove persero la vita 4 persone, Gerardo Mugnano, il comandante Matteo Casolino, Pasquale Minervini e Giovanni Terlizzi. (LEGGI)

A distanza di 7 mesi, a uscire allo scoperto è la figlia di Pasquale Minervini, Maria, che risiede a Molfetta. «Il motivo per cui vi scrivo è legato alla morte di mio padre Pasquale avvenuta nel lontano 1986 e insieme a lui ,quella di mio zio Francesco Di Terlizzi e di due termolesi Matteo Casilino e Gerardo Mugnano. La loro morte sfociata nella tragedia risulta tutt'oggi un dolore incolmabile per me e visto che non siamo riusciti a ottenere giustizia tra aule di tribunali, penso sia giusto e doveroso innalzare un piccolo monumento in loro onore nei pressi del porto di Termoli, affinché la loro orrenda morte non sia dimenticata.

Loro insieme alla motobarca Ciro Recchi Domenico su cui stavano navigando colò a picco a causa di uno speronamento da parte di una petroliera, che oltretutto non diede alcun Sos e i loro corpi non furono più ritrovati e ci fu un miserrimo tentativo di recuperare il relitto. Spero con tutto il cuore che il mio desiderio prenda veramente forma e che le loro anime possano trovare pace. Infinite grazie per avermi dato la possibilità di scrivervi».

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