Il "malocchio" dal Molise al mondo

L'osservatorio mer 10 agosto 2022
Cultura e Società di Claudio de Luca
2min
Il malocchio ©Comune di Otranto
Il malocchio ©Comune di Otranto

Abbiamo già detto del 'malocchio', visto dal versante molisano. Ora ci riferiamo al prof. Luigi Curini (Università di Milano e 'Waseda University' di Tokyo) che attribuisce il ritorno del fenomeno alle disgrazie attuali («Le credenze sulla stregoneria sono correlate anche all'esposizione continua a' shock' - quali la siccità agricola e la disoccupazione? - la cui colpa potrebbe essere ascritta alla strega di turno"). Sarebbero 6 milioni gli Italiani che lo credono e pensano che sia proprio il caso di adottare precauzioni. Se il Medioevo è stato considerato l'età dell'oro per streghe e maghi, dal secolo dei lumi in poi certe credenze sono state considerate un po' come il lascito di un mondo superato. Ciò nonostante un sondaggio (120mila intervistati in ben 95 Paesi) ha fornito risultati sorprendenti: oltre il 40% delle persone crede al 'malo occhio'.

La percentuale varia dal 9% della Svezia (in Italia siamo al 10%) fino al 90% della Tunisia. La funzione di rassicurazione di un’immagine sacra ebbe una funzione psicologica fondamentale nella fortificazione dell’individuo, che poteva, grazie ad un aiuto esterno, affrontare con maggior serenità le difficoltà. Nell’ambito della religione cattolica un ruolo particolare spetta alla Madonna. Le popolazioni mediterranee assegnano al suo sguardo un potere notevole nell’ambito della sua incisività sulla realtà. Cosicché riusciamo ad afferrare bagliori negativi negli occhi di un nostro interlocutore, pur se essi parrebbero fingere cordialità quando, dentro di sé, nutra un pensiero negativo nei nostri confronti. Insomma amore e rovina si pongono agli estremi di una linea occupata da sguardi più o meno intensi o più o meno incisivi. Poiché effettivamente tale linguaggio ha un notevole influsso nell’ambito del “rapimento amoroso” o della “malia”, si ritiene che, allo stesso modo, uno sguardo negativo possa condizionare negativamente la persona a cui è rivolto.

Quando chi si senta osservato, con occhi cattivi, potrà notare che quello sguardo transiterà su altre persone non per un potere magico, ma perché il nostro avversario utilizzerà la maldicenza per farci apparire negativi agli occhi degli altri. A scuola c’erano professori che, a ragione o a torto, non sopportavano un alunno. Ad esso rivolgevano sguardi di riprovazione o di disapprovazione. Una semplice occhiata era considerata in grado di orientare negativamente la classe nei confronti del ragazzo, ed iniziava un processo di isolamento. Il malocchio crea inquietudine, agitazione. L’umanità vive grazie a salde relazioni sociali basate sull’affettività o sull’interazione economica. L'occhio cattivo metterebbe in allarme la nostra mente, portando - se non risolto razionalmente ed attraverso sistemi di recupero dell’aiuto sociale - ad uno stato confusionale simile a quello che doveva colpire i membri delle nostre comunità arcaiche abbandonati in una foresta da parte del gruppo in cammino.

Lo sguardo cattivo esiste, come ritengono pure i Molisani, ed ha fondamenti psicologici che possono avere effetti gravi sull’equilibrio della persona che ne sia risultato l'oggetto. Gli effetti che può suscitare sulla psiche del singolo e del gruppo non possono essere sottovalutati dal momento che producono isolamento e discriminazione. Gli amuleti hanno la funzione psicologica di concentrare il soggetto sulla ripresa, facendolo sentire meno solo e fornito di maggiori risorse. Molto spesso chi si sente colpito dal malocchio viene deriso da amici e parenti, che dicono di non credere a certe 'stupidaggini'. Questo comportamento di sufficienza o di condanna è dannoso per il soggetto, che - in tal modo - si sente ulteriormente escluso e deriso. La situazione va affrontata invece con dolcezza e razionalità. Chi si sente colpito vive un disagio autentico, probabilmente basato su veri conflitti con soggetti esterni, amplificati dalla propria psiche.

Claudio de Luca (2 - fine)

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