L'emozione della movida non può cancellare l'impegno a tutela della vita

La riflessione dom 24 maggio 2020
Attualità di Laura D'Angelo
1min
La movida termolese ieri sera ©TermoliOnLine
La movida termolese ieri sera ©TermoliOnLine

TERMOLI. Ce lo siamo chiesti in tanti, come saremmo stati dopo il lockdown. Ci guardiamo attorno, e ci troviamo in un mondo diverso che sta tornando lentamente alla normalità, un mondo che porta impressi i segni di un cambiamento tangibile nella percezione generalizzata di una fragilitá che adesso condiziona quello che fino a qualche mese fa era stato il nostro modo di vita.

È dal quattro maggio che siamo entrati nella cosiddetta fase due. Il lockdown è finito, continua un distanziamento sociale che si basa sul nostro senso di responsabilità e sulla nostra coscienza civica, e perchè no, umana. Ma sono troppe le immagini che dalle colonne dei giornali ci raccontano di un sabato sera affollato, quello appena trascorso, e di assembramenti che lasciano presagire tutt'altro che senso di responsabilità. E allora mi chiedo. Cosa ci ha lasciato questo lockdown? Cosa ci hanno insegnato i lutti, gli ospedali pieni, i drammi familiari rimbalzati di media in media, la disperazione dei cassaintegrati o di chi ha visto il proprio mondo svanire?

Quale verità se non quella del rispetto della vita potrà colmare il vuoto delle tante perdite umane? Perchè non abbiamo imparato il valore della lentezza, in un mondo che vuole correre veloce per assaporare emozioni nell'hic et nunc il più possibile? Certo, quando si percepisce il senso di una privazione, di una rinuncia, la prima reazione è quella di voler recuperare il tempo perduto. Ma come possiamo crescere, a seguito di questo lockdown?

Il sindaco Roberti, in merito alla folla che sabato scorso si è riversata in Corso Nazionale, ha dichiarato che saranno adottati nuovi provvedimenti. Mi dico questo, quando tutti possiamo fare la differenza: le emozioni della movida non possono sostituire quelle della tutela della vita, in tutte le sue forme. In questo periodo di stallo abbiamo tutti riscoperto il valore della vita lenta, del guardarsi dentro, del pensarsi, del leggere un libro, del riscoprirsi ognuno vicino a se stesso. Che è come dire, ancora, dopo tutti questi mesi: curiamo la nostra vita interiore, il festina lente di augustea memoria, per tornare a vivere a pieno, ma con prudenza e una nuova consapevolezza.

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