Furbini della politica: da consigliere comunale a parlamentare
TERMOLI. Mentre le vicende politiche locali si annodano nella dialettica tipica di queste fasi pre-elettorali, a metà tra satira politica e racconto fanta-biografico, proseguiamo nella narrazione della figura di Luigino Furbino, da parte del nostro avamposto meneghino Luigi De Gregorio, di cui narra la breve storia da potente Ministro della Repubblica Italia, declinandone “La Patologia del potere”.
Nell'ultimo capitolo del fantomatico personaggio, si racconta il salto epocale dal Comune al Parlamento.
Breve storia del potente ministro della Repubblica Luigino Furbino
IL NUOVO OBIETTIVO: PARLAMENTARE DELLA REPUBBLICA
Nei cinque anni da consigliere comunale non fece mai nessun intervento, non propose alcuna mozione, votò sempre secondo le direttive del partito, non partecipò mai ad alcun dibattito televisivo, non rilasciò mai alcuna intervista. Questa presenza passiva era perfettamente congrua alla sua ignoranza su tutti i temi che venivano dibattuti nel consiglio comunale. Ma durante i 5 anni si applicò per raggiungere un nuovo traguardo. Quello importante, da 12.000 euro al mese, cioè quello di diventare parlamentare della Repubblica.
Il suo metodo di frequentare bocciofile, associazioni, circoli avrebbe dato frutti non sufficienti per il nuovo obiettivo. Quindi selezionò nuovi ed interessanti target da raggiungere. Si munì di moltissimi elenchi di associazioni industriali, commercianti, artigiani, sindacali e di tutte le corporazioni. Le visitò tutte e si attrezzò di uno strumento di lavoro: i diari. Ad ogni visita annotava il nome del presidente dell’associazione che aveva incontrato, il numero degli iscritti, le esigenze dell’associazione.
Il suo comportamento si caratterizzava per la capacità di ascolto, per i molti cenni assertivi della testa, per l’assenza di promesse esplicite, comunque da considerarsi sottointese.
Alle elezioni politiche nazionali, a riguardo della scelta dei candidati lui ebbe un incontro con il segretario del Partito e qui portò i 5 diari riportanti tutti gli incontri che aveva avuto ed una stima dei voti che avrebbe preso. A fine elezioni fu il parlamentare che raggiunse il maggior numero di voti ed anche il più sconosciuto ai cittadini. Mentre per i suoi compagni di partito era diventato il generator nazionale.
Per tre legislature mantenne il suo posto con piena soddisfazione dello stipendio. Alla vittoria delle elezioni per la quarta legislatura espresse il desiderio di diventare ministro. E poiché Luigino Furbino era il maggior contribuente di voti del partito, la medaglia da ministro non poteva essergli negata.
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