Quando un "Furbino" della politica diventa Ministro

Fantasy gio 14 marzo 2024
Cultura e Società di La Redazione
5min
Quando un "Furbino" della politica diventa Ministro ©Termolionline
Quando un "Furbino" della politica diventa Ministro ©Termolionline

TERMOLI. In clima sempre più elettorale e ormai non solo verso le elezioni comunali, ma volgendo lo sguardo alle elezioni europee di giugno, a metà tra satira politica e racconto fanta-biografico, proseguiamo nella narrazione della figura di Luigino Furbino, da parte del nostro avamposto meneghino Luigi De Gregorio, di cui narra la breve storia da potente Ministro della Repubblica Italia, declinandone “La Patologia del potere”.

Con la pubblicazione odierna, De Gregorio inizia la seconda parte del suo percorso: il traguardo del Ministero.

Breve storia del potente ministro della Repubblica Luigino Furbino

SECONDA PARTE

MINISTRO DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Suona il telefono.

L’onorevole Luigino Furbino guarda l’orologio. Sono le 24:00. È tardi, ma non per LUI. Che chiama a tutte le ore, anche a notte fonda. Sarà LUI certamente. Invece una voce maschile, a lui sconosciuta, con tono servile, dice “Mi scusi signor Ministro…, e dopo una brevissima pausa, la Sua macchina è a Sua disposizione giorno e notte a cominciare da domattina alle ore 6:00“. Luigino stava fermando l’interlocutore per dire che lui è soltanto l’Onorevole …

Ma una piccolissima frazione di secondo è stata sufficiente a ricordargli che, nel pomeriggio, era stato nominato Ministro della Repubblica. Per la prima volta in vita sua.

Cerimonia solenne. Che lo ha anche commosso, appena ha pensato alla sua povera mamma che, da lassù, nel dargli la benedizione, ha certamente detto come avrà fatto proprio il mio figliolo a diventare ministro, lui che alla scuola media prometteva male, al liceo si dimostrava peggio e all’università si confermò un disastro?

Ma l’onorevole si rendeva conto che non era il momento di abbandonarsi a simili pensieri. Occorreva dare una risposta veloce e decisa.

Ed invece con una voce debole non convincente, anche se non c’era nulla e nessuno da convincere, disse “si, grazie”.

Poi decise di sprofondarsi in poltrona e di rivivere l’evento... la mia nomina a ministro. In maniera che dall’indomani si comportasse da ministro. Percepiva di dover fare dei cambiamenti consoni al nuovo status, ma non riusciva a focalizzarli. Forse dovrebbe avere un passo più nervoso, più indaffarato, un tono di voce più grave, una faccia più solenne, uno sguardo più deciso, insomma tutto un po’ più da ministro.

Mentre veleggiava sul nuovo comportamento da assumere, gli vennero in mente le interviste con i giornalisti. Accidenti. Queste certamente aumenteranno. Un bel guaio.

Ma LUI nel pensare a me come ministro non ha tenuto conto della mia balbuzie?

LUI, LUI che pensa a tutto. Vi avrà visto nel mio piccolo difetto del tartagliare delle convenienze per il partito, per il Paese. Certamente vuole dare il messaggio che: LUI non discrimina.

E mi avrebbe scelto come ministro anche se fossi stato nero. Per dare il segnale che LUI non è razzista.

Però se fossi stato gay... non mi avrebbe fatto ministro. LUI non li sopporta proprio i gay.

Ma mia madre non mi ha fatto né gay, né intelligente.

 E riferendosi a questa ultima qualità, il neo ministro non aveva dubbi. Non aveva fatto nessuna misurazione del suo Q.I. (quoziente di intelligenza). Ma molti indizi non ammettevano dubbi. Era sempre stato un perfetto imbecille.

Negli anni di liceo il suo tormento erano state le ripetizioni estive che significavano niente mare, niente montagna, ma libri, libri ed ancora libri.

Dopo i primi 2 anni di rimandato ad ottobre comprese che, per tutta la durata del liceo, la sua vita sarebbe stata un calvario.

Questa certezza proveniva dalla determinazione della sua famiglia che, come già detto, pullulava di laureati, un mix di avvocati, medici, ingegneri. La quale non rinunciava, mediante massicce iniezioni di ripetizioni, a voler tingere di bianco lui, la pecora nera della famiglia che assolutamente do-ve-va la-u-re-ar-si.

E così gli anni del liceo furono sette.

Due volte ripeté la 2a liceo con espulsione da tutte le Scuole della Repubblica.

Però, grazie ad una legge, poté ripresentarsi come privatista superando il grande ostacolo e poté accedere al 3° anno di liceo.

All’esame di stato fu ancora una volta rimandato ad ottobre.

Ma infine a 22 anni terminò il liceo.

Si iscrisse all’università. E qui, in perfetta coerenza con le sue capacità intellettive di perfetto cretino, non fece alcuna fatica a andare fuori corso per tre anni.

Sorvoliamo i dettagli del secondo incontro che Luigino Furbino ebbe con il signor CHI –E’-MIGLIORE-DI-ME scagli la prima pietra (l’alibi di siffatta sfrontatezza è che LUI fa il suddetto invito in contesti sontuosi con arazzi, specchi, mobili antichi, dove è altamente improbabile trovare delle pietre).

E soffermiamoci sul come LUI lo avesse scelto ministro.

LUI, che ha un grande fiuto per capire e selezionare i suoi collaboratori, subito constatò che Luigi-no Furbino, durante le ultime tre legislature, aveva dimostrato in toto di avere un’intelligenza creativa da yes man e poteva assurgere alla carica di Ministro.

In riferimento al profilo ideale, a tutto ciò che IO dico il ministro:

•             non pone mai obiezione,

•            non chiede chiarimenti o approfondimenti,

•            non propone mai dei cambiamenti o delle aggiunte,

l’onorevole Luigino Furbino rappresentava l’esempio vivente.

Infatti viene nominato Ministro della Amplificazione della Semplicità coerentemente con una carriera splendida, all’insegna della imbecillità che è il suo vero plus, il suo sostanziale punto di forza.

Nomina preceduta da 24 ore veramente tumultuose.

La mattina precedente si era vociferato che gli sarebbe stata assegnato il Ministero dell’Agricoltura.

L’indiscrezione da una parte lo aveva reso felice.

Dall’altra gli aveva trasmesso un po’ di ansia, data la sua totale ignoranza sull’argomento.

Non che brillasse in altri settori.

IN PRECEDENZA

GLI STUDI DI LUIGINO FURBINO

LA PATOLOGIA DEL POTERE

COME DIVENTARE CONSIGLIERE COMUNALE

DA CONSIGLIERE COMUNALE A PARLAMENTARE

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