Ministro per caso, la scalata del Furbino in politica

Fantasy sab 23 marzo 2024
Cultura e Società di La Redazione
8min
Furbini della politica ©Web
Furbini della politica ©Web

TERMOLI. Tra fantasia e realtà, prosegue il racconto fanta-biografico di mera satira politica, della figura di Luigino Furbino, da parte del nostro avamposto meneghino Luigi De Gregorio, di cui narra la breve storia da potente Ministro della Repubblica Italia, declinandone “La Patologia del potere”.

De Gregorio si avventura delle prime incombenze vissute al Ministero, giorni febbrili “governativi”, visto che in Molise, nell’asse reale e non immaginifico arriverà persino il premier Giorgia Meloni.

Breve storia del potente ministro della Repubblica Luigino Furbino

SECONDA PARTE

MINISTRO DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Ma l’agricoltura era quanto più si potesse immaginare lontano da lui.

Era nato a Milano. Non distingueva un albero di mele da uno di pere. Né quello di ciliegie da quello di albicocche. Le nespole sono qualcosa di misterioso. Non ha mai saputo quanto accidenti fosse grande un ettaro di terra. Solo da poco aveva trovato risposta al quesito che si era sempre posto.... come mai i cocomeri con il loro peso possano rimanere appesi ai rami degli alberi.

Poi cominciò ad immaginarsi dei collaboratori che gli portavano in visione progetti del settore agricolo, per i quali non capendoci un accidente avrebbe utilizzato la tecnica del rinvio. Non è quella utilizzata da tutti i ministri incompetenti, cioè quasi tutti? L’avrebbe utilizzata anche lui.

Nel pomeriggio tardi di ieri, circa le 18, si dava quasi per certo che il Ministero dell’Agricoltura non sarebbe stato più assegnato a lui.

L’aveva scampata bella. Ma non sarebbe diventato ministro?

Per un paio di ore circa si era rassegnato. Semplice onorevole per la quarta legislatura. Ma comunque si mormorava che per lui c’era ancora qualche chance.

E in tarda serata, intorno alle 21, gli fu dato per certo il Ministero dell’Industria.

Pensò che in questo settore sicuramente ci capiva qualcosa di più. Sin da piccolo nelle gite domenicali sui laghi lombardi, aveva preso una certa dimestichezza con i capannoni industriali.

Mentre l’auto di famiglia sfrecciava sull’autostrada Milano – Como, oppure sulla Milano – Brescia, lui guardava da lontano, ma con attenzione i capannoni.

E, se pur in giovanissima età, e con l’aiuto dei genitori, era arrivato alla prima facile classificazione dei capannoni. Piccoli e grandi.

Alla quale qualche anno dopo fece seguire la sotto-classificazione: quelli con il fumo e quelli senza. Insomma i capannoni industriali gli erano familiari.

Quindi, stando alle ultime informazioni, LUI gli avrebbe assegnato il ministero dell’Industria. Un vero colpo di fortuna. Con questa certezza andò a dormire tranquillo, se pur con una fastidiosa constatazione.

Da ragazzo, a uomo maturo affermato nella politica, le sue nozioni sull’industria non erano migliorate più di tanto. Fondamentalmente erano quelle accertate, sin da quando era piccolo, i capannoni con il fumo e quelli senza.

L’indomani il puzzle dei ministri si considerava concluso.

Alle 11:00 i quadrupedi neo ministri erano stati tutti convocati da LUI. Che avrebbe comunicato loro l’assegnazione del relativo ministero, un po’ prima della cerimonia ufficiale con il Presidente della Repubblica, nella quale:

•            12:06 ministro dell’Industria Carlo Begna

•            12:07 ministro delle Pari Inopportunità Eva di Meglio

•            12:08 ministro della Amplificazione della Semplicità Luigino Furbino

 Un minuto da infarto, ma ce l’aveva fatta. Quanto stress nelle ultime 24 ore. Resse bene anche l’ultimo colpo: la sorpresa di un nuovo ministero di cui non sapeva assolutamente nulla. Nulla di nulla. Né di quello che avrebbe dovuto fare, né di quello che avrebbe dovuto saper fare.

 Semplificazione di cosa, pensava Luigino.

Un ritornello che gli rimbombava in testa, mentre riceveva strette di mano, congratulazioni e tutte le altre frasi di circostanza.

LUI aveva pensato a lui per un nuovo ministero che non c’era mai stato prima.

“Le novità vengono affidate sempre ai migliori” pensò.

Ed in questa nomina ad un nuovo ministero vide un salto del suo Q.I. Del quale nessuno si era reso conto. Neanche lui. Ma l’importante era che se ne fosse accorto LUI.

Infatti come Onorevole, matematicamente parlando, aveva il ruolo di unità numerica.

Che insieme ad altre unità contribuiva a far passare una legge pensata da LUI e per LUI.

Un ruolo importante, ma noioso che, come dice LUI, si potrebbe eliminare se non ci fosse l’Opposizione e la Costituzione.

Come ministro il suo nuovo ruolo era ben più importante: quello del bravo soldato che esegue tutto ed esattamente ciò che il GENERALE ordina.

Non c’è che dire un bel passo in avanti.

Si, mi piace proprio fare il Ministro. LUI mi dirà cosa devo semplificare ed io semplifico Che bello!!! E poi con tutti i vantaggi che ne derivano.

A cominciare da domattina dopo la odierna stressante cerimonia di giuramento dei ministri di fronte al Capo dello Stato, potrei iniziare ad usufruire dei miei privilegi. Accompagnato dallo chauffeur che mi ha telefonato poco fa. Mi faccio portare in giro come un turista per un paio di ore. In fondo me lo merito dopo 15 anni di faticoso pendolarismo di duecento metri a piedi da casa a Monte Citorio e viceversa.

E così il giorno dopo il neo ministro iniziò la sua attività da turista, interrotta solo da una telefonata della segretaria di LUI. Che avrebbe voluto vederlo il venerdì della settimana successiva alle ore 15:00 esatte. Mi raccomando la puntualità concluse la potente segretaria.

Il ministro Luigino Furbino rimase perplesso. Cosa avrebbe fatto lui per nove giorni senza alcun ordine di LUI.

Preso dalla disperazione, per il vuoto che gli si presentava di fronte, si fece un programma di riempimento, anche se di tutto riposo:

•            Visitare il suo nuovo ufficio ed incontrare i nuovi collaboratori che avrebbe avuto a sua disposizione.

•            Venire a conoscenza di tutti i vantaggi dei ministri.

•            Scambiarsi delle impressioni con alcuni colleghi ministri

Circa le dimensioni del nuovo ufficio, queste erano circa 200 metri quadri, cioè almeno 6 volte quello che aveva da onorevole.

Oltre all’aumento dello spazio di lavoro, rilevò l’abbondanza degli stucchi e degli ori, gli arredamenti antichi, la maestosità del palazzo. Tutto gli confermava il nuovo status di Ministro.

A riguardo delle persone a Sua disposizione, queste erano 10 contro l’unico assistente in nero che aveva da onorevole.

Circa i privilegi rimanevano validi tutti quelli di cui già usufruiva da onorevole:

•            pranzi di qualità a prezzi minori rispetto a quelli di una mensa aziendale

•            biglietti gratuiti di treni e aerei

•            orologi di grandi firme (bastava dichiarare di aver perduto il proprio)

•            budget di spesa per omaggi di fine anno.

•            diarie varie

 A queste si aggiungeva un elemento di status da ministro veramente distintivo: la disponibilità di un aereo privato. Il cui utilizzo in teoria, per ogni singolo viaggio, necessitava di una motivazione del Ministro (cioè di lui medesimo) che nessuno mai avrebbe sindacato. Ed in pratica tutto si riduceva al riempimento di un modulo.

Luigino Furbino era molto soddisfatto. Di tutto ciò voleva ringraziare il suo benefattore e baciarGLI le mani. Ma la segretaria – mastino di LUI filtrava ogni telefonata e con tono accattivante lo tranquillizzava riferirò al Presidente della Sua telefonata, signor Ministro.

Attese che LUI almeno lo chiamasse per telefono. Ma l’attesa si protraeva. Ed il pensiero di quanto tempo LUI dedicasse agli altri ministri lo avviliva. Ed i sintomi dell’amante emarginata si facevano sempre più forti e frequenti.

Dopo cinque giorni si era rassegnato. Attenderà fino a venerdì ore 15:00.

Nel frattempo aveva telefonato a due ministri colleghi. Dalle rispettive segretarie era venuto a conoscenza che il primo si era recato in visita ad un provveditorato degli Studi di una regione del Nord.

Il secondo si era recato ad esaminare de visu lo stato di arretratezza di alcuni tratti ferroviari della Puglia.

Il recarsi da qualche parte dei due suoi colleghi gli aveva fatto focalizzare la diversità del suo ministero. Certamente glorioso, ma anche certamente misterioso. Loro potevano organizzare delle visite presso una struttura esistente. Potevano creare un vero finto lavoro.

Ma lui cosa poteva organizzare sulla Amplificazione della Semplicità? Argomento sul quale nessuno sapeva dirgli qualcosa. Né tanto meno nessuno dei suoi 10 collaboratori raccolti, e Dio solo sa con quale criterio, da altri ministeri.

 Ma il problema era più grande di lui. E solo LUI poteva illuminarlo.

Non restava che attendere il venerdì ore 15.00.

Era soltanto lunedì e in attesa del grande incontro, il ministro pensò di verificare la procedura aereo privato. Chiamò uno dei dieci a Sua disposizione, che si distingueva per aver lavorato in passato a stretto contatto con un altro ministro.

Gli chiese, con la faccia ed il tono di voce di chi inizia a parlare di una cosa importante, Lei conosce la procedura aereo privato? Ma forse l’argomento era meno importante di quanto lui pensasse.

Infatti il neo collaboratore illuminò Luigino Furbino di un tranquillizzante e loquace sorriso. Si capisce che voi siete ministro per la prima volta. E con voce rassicurante...

Solo un modulo Signor Ministro e in un’ora l’aereo è pronto per Voi. Lei mi dica la destinazione e l’ora di partenza. Al modulo da riempire ci penso io.

Tutto qui? domandò il Ministro.

Noi, signor Ministro, siamo per le cose semplici.

Il ministro rilevò dubbiosamente una punta di ironia.

Sulla quale preferì soprassedere e con tono sbrigativo. Bene, bene. Le farò sapere.

Stette due giorni presso una zia residente in Liguria che non vedeva da tanto tempo.

E giovedì sera sfrecciò di ritorno sul cielo carico di storia della ex caput mundi. Per essere pronto, domani, da LUI.

IN PRECEDENZA

GLI STUDI DI LUIGINO FURBINO

LA PATOLOGIA DEL POTERE

COME DIVENTARE CONSIGLIERE COMUNALE

DA CONSIGLIERE COMUNALE A PARLAMENTARE

QUANTO UN FURBINO DELLA POLITICA DIVENTA MINISTRO

Luigi De Gregorio

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