La pochezza di un Furbino nella patologia del potere

Fantasy gio 18 aprile 2024
Cultura e Società di La Redazione
6min
La pochezza di un Furbino nella patologia del potere ©Web
La pochezza di un Furbino nella patologia del potere ©Web

TERMOLI. Tra fantasia e realtà, dopo una lunga pausa pasquale, in attesa degli sviluppi politici attuali, il racconto fanta-biografico fatta di mera satira politica, della figura di Luigino Furbino, da parte del nostro avamposto meneghino Luigi De Gregorio, di cui narra la breve storia da potente Ministro della Repubblica Italia, declinandone “La Patologia del potere”.

De Gregorio dà corpo all'esperienza ministeriale del suo fantomatico personaggio, che resta invischiato nella pochezza che lo circonda. Ma se si candidasse un Furbino anche a sindaco? Potrebbe essere irriverentemente la soluzione per le coalizioni che non riescono a tirare fuori il coniglio dal cilindro.

Breve storia del potente ministro della Repubblica Luigino Furbino

SECONDA PARTE

MINISTRO DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Ore 15: carissimo Luigino scusami se ti ho fatto attendere qualche giorno, ma …. tutti mi vogliono, tutti mi cercano - purtroppo anche i giudici - e solo grazie al mio dono della ubiquità riesco ad essere in più posti contemporaneamente e fare tutto quello stabilito nel mio programma settimanale.

Grande Sultano, voi che potete tutto. Ad esempio potreste darmi delle dritte su cosa devo fare io, a capo di questo nuovo ministero della Amplificazione della Semplicità?

Niente caro Luigino, assolutamente nulla. Ora ti spiego. Secondo te nella P.A. c’è qualcosa di semplice?

Credo proprio di no.

Poiché non si può amplificare una cosa che non c'è, ovviamente non c’è nulla da amplificare. Quindi non c’è nulla da fare.

Mi inginocchio davanti a tanta intelligenza.

Tranne che prepararti su possibili 5/6 interviste in cui ti chiedono come vanno i lavori al ministero della Amplificazione della Semplicità.

Nelle prime tre, dirai che stai analizzando il grosso problema della burocrazia in Italia con le migliori teste che ci sono all’interno della P.A.

Qualora fosse necessario prenderemo qualche esperto esterno alla P.A. Fra tre quattro mesi inventeremo altre due, tre dichiarazioni per i giornalisti.

Tutto qui Grande Sultano?

Si, ma stai attento. Devi essere convincente. Quindi devi affidarti ad un tutor per la recitazione, che ti indicherà il mastino della mia segretaria.

Ma qualcosa semplificheremo Grande Sultano?

Caro Luigino noi abbiamo circa 150.000 leggi.

Se tu elimini quelle più vecchie di cui non vi è traccia di applicazione negli ultimi 50 anni, e che nulla incidono sulla realtà attuale, noi potremo dire che abbiamo eliminato 100.000 leggi e ne rimangono 50.000.

Lo diciamo alla stampa ed alla televisione e facciamo un bel figurone. E nessun giornalista si metterà a fare confronti con la Francia che ha solo 6000 leggi e la Germania che ne ha 8000.

Mi scusi Grande Sultano, perché nessun giornalista farà il confronto tra il numero di leggi italiane e quelle di Germania e Francia?

Perché tengono famiglia ad alto tenore di vita. Grande Sultano, mi sembra un piano perfetto.

Lo puoi ben dire Luigino. Ma dì pure geniale. Basta considerare che le Riforme mediatiche, sempre dichiarate e mai eseguite, sono un toccasana. Veloci e con poco sforzo.

Un bel sorriso e interviste rilasciate periodicamente sull’argomento. E la gente continua a pensare che noi siamo quelli del Fare. Si, ma i c… nostri.

Ora ci lasciamo perché ci sono altre riforme mediatiche da avviare.

Alle quali si vanno ad aggiungere i compiti di routine: difendersi dai giudici, attaccare quelli della Sinistra, fare una visita ad un gruppo di imprenditori a cui bisogna promettere qualcosa, mettere a punto qualche legge ad personam. Insomma c’è molto da fare. E poi dicono che in Italia manca il lavoro!

Luigino Furbino salutò il Grande Sultano. E mentre discendeva le scale di Palazzo dei Miracoli pensava che Lui è proprio Grande. 

Fare le riforme sì, ma mediatiche. Il minimo sforzo con il massimo del rendimento.

Ed ecco che all’ingresso intravede una selva di microfoni e telecamere che gli vanno incontro come ad una rock star.

Accidenti non ha ancora fatto il corso di dizione, né quello di recitazione, suggeriti da Lui.

Però ricordava dagli insegnamenti di Lui che occorre sorridere sempre ed in ogni caso.

Come quando il Pil dei Francesi e dei Tedeschi era risalito di 4 /5 punti ed il nostro di uno stitico 0,5.

Quindi fece delle strane smorfie per attivare i muscoli facciali e prepararsi a sorridere.

Circa la dichiarazione che avrebbe dovuto fare, pensò ad un fulmineo No comment.

Anche se poco argomentativo.

Ormai era a quattro- cinque passi dalle cavallette.

Un colpo di quella genialità che ha cominciato a baciarlo dal momento della nomina a Ministro della Repubblica. E senza ascoltare le specifiche domande rispose Semplificheremo, semplificheremo.

Fece ancora pochi passi e prima di tuffarsi nella protettiva ed accogliente Audi, disse ancora sorridendo Semplificheremo.

In macchina, come un centometrista al termine di una gara, nello stesso istante unisce un respiro profondo ed un pensiero profondo: è fatta. Corroborato, con tempistica eccezionale, da una goccia di saggezza di ultradecennale esperienza del suo chauffeur: ci si abituerà signor Ministro.

La settimana successiva, la sua segreteria personale gli chiese se voleva ricevere due imprenditori che avevano chiesto di incontrarlo.

Dette immediatamente il suo assenso nella piena convinzione di dover pur riempire il suo tempo in qualche maniera.

I due incontri furono molto illuminanti su alcuni aspetti del ruolo di ministro.

Il primo, un industriale gli prospettava l’acquisto di un prodotto soft che avrebbe permesso una semplificazione nei vari uffici della cosa pubblica.

Per riflesso condizionato, alla parola semplificazione il ministro disse che il prodotto poteva essere di aiuto alla Pubblica amministrazione e che lo avrebbe messo in contatto con alcuni tecnici.

Ma allorquando l’imprenditore sottolineò che sarebbe stato molto, ma molto riconoscente Luigino Furbino si dimostrò molto, ma molto interessato. “Io stesso seguirò personalmente la faccenda".

Il secondo industriale gli presentò la richiesta di cambiamento di alcuni parametri in una legge relativa alla costruzione di alcune macchine che venivano utilizzate solo nella P.A.

Luigino afferrò subito il quid della visita del secondo interlocutore.

Ma pretese un secondo incontro. Al termine di esso il primo scambio di favori da ministro era avviato.

Insomma alla fine del primo mese, per così dire di lavoro, gli era tutto chiaro su quale sarebbe stata la vita da ministro per i prossimi cinque anni.  

·       30 % di attività mediatica.

·       30 % di spostamenti in aereo o auto fatti in   prevalenza per lo sviluppo di affari propri.

·       10% di presenza in aula parlamentare.

·       30% di preparazione per le attività precedenti

In sintesi una pacchia con l’aggiunta di signor Ministro di qua, signor Ministro di là. Ed altre reverenze che coprivano ulteriormente la segreta consapevolezza di avere un curriculum scolastico grondante di imbecillità distillata ed una carriera politica fatta di arruffianamenti e sviolinate, a parte la sua fama di generator nazionale di voti.

 Ma ora, nella funzione di Ministro della Repubblica, era diventato intelligentissimo. Ed anche bellissimo e simpaticissimo. Certamente infallibile, immune da critiche. E soprattutto immune dal Potere Giudiziario.

Ma, nel silenzio del suo bath room, in the night, sapeva... Sapeva, sapeva di essere una cacca di cane ricoperta dalla carta dorata dei cioccolatini Rocher.

E solo quando incontrava Lui, per un immancabile stramaledetto colpo di vento, la carta dorata volava via. E lui, Luigino Furbino potente ministro della Repubblica Italiana, rimaneva nella sua nauseabonda pochezza in totale balia della volontà e del capriccio di Lui.  

Nota - Ogni riferimento a persone esistenti, o a fatti realmente accaduti, è puramente casuale.

IN PRECEDENZA

GLI STUDI DI LUIGINO FURBINO

LA PATOLOGIA DEL POTERE

COME DIVENTARE CONSIGLIERE COMUNALE

DA CONSIGLIERE COMUNALE A PARLAMENTARE

QUANTO UN FURBINO DELLA POLITICA DIVENTA MINISTRO

MINISTRO PER CASO, LA SCALATA DEL FURBINO IN POLITICA

Luigi De Gregorio

TermoliOnline.it Testata giornalistica

Reg. Tribunale di Larino N. 02/2007 del 29/08/2007 - Num. iscrizione ROC:30703

Direttore Responsabile: Emanuele Bracone

Editore: MEDIACOMM srl
Via Martiri della Resistenza, 134 - 86039 TERMOLI(CB)
P.Iva 01785180702

© Termolionline.it. 2024 - tutti i diritti riservati.

Realizzato da Studio Weblab

Navigazione