Sicurezza e Prevenzione, «In questa “pillola” parleremo di rumore»

Istruzioni per l'uso lun 06 febbraio 2023
Attualità di La Redazione
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Rumore ambientale ©Termolionline.it
Rumore ambientale ©Termolionline.it

TERMOLI. Ottavo contributo della nuova stagione per la rubrica che tratta di temi inerenti alla sicurezza, nata lo scorso anno, apprezzata dai lettori, per la competenza di chi l'ha promossa, l'ex capo distaccamento dei Vigili del Fuoco di Termoli, Aldo Ciccone.

“Pillole” su Sicurezza e Prevenzione ha ora una cadenza quindicinale.

In questa “pillola” parleremo di “rumore”:

Il rumore, prodotto da attrezzature, macchine e impianti negli ambienti di lavoro può provocare diversi danni alla salute del lavoratore, dalla riduzione della capacità uditiva (ipoacusia) a danni che possono interessare anche altri organi (sistema nervoso, sistema vascolare etc.…).

I danni provocati dal rumore sono in funzione della potenza acustica e del tempo di esposizione. E’ possibile suddividerli in:

traumi all’udito, l’esposizione al rumore alla lunga può provocare la distruzione di cellule che non si rigenerano e da cui deriva una progressiva perdita dell’udito;

effetti su altri organi di senso, il rumore può agire negativamente provocando vertigini e nausee;

effetti fisiologici come stanchezza, senso di fatica, disturbi del sonno;

effetti psicologici come angoscia, disagio, paura, difficoltà di concentrazione, disturbo della memoria e della personalità ecc.;

Un’alta esposizione al rumore nei luoghi di lavoro può causare, quindi, gravi danni e comportare l’insorgenza di malattie professionali significative, come:

•l’ipoacusia da rumore, ossia la diminuzione della percezione sonora fino al limite della perdita della capacità uditiva.

•la sordità, ossia la totale perdita dell’udito.

La valutazione rischio rumore, obbligatorio per il datore di lavoro, è l’analisi del livello di esposizione al rumore dei lavoratori all’interno degli ambienti di lavoro ed è finalizzata ad accertare che l’esposizione al rumore rientri entro i limiti di sicurezza definiti dalla norma.

Il testo principale di riferimento per la sicurezza sul lavoro, il Dlgs 81/08, ha disciplinato anche le modalità di valutazione del rischio rumore all’interno del titolo VIII che tratta nello specifico dei rischi connessi agli agenti fisici.

L’art. 189 al comma 1 definisce i valori limite di esposizione (cioè i livelli massimi che non possono essere superati) e i valori superiori e inferiori che fanno scattare l’applicazione di specifiche misure di sicurezza. I valori indicati fanno riferimento:

•         al livello di esposizione giornaliera al rumore per una giornata di 8 ore;

•         alla pressione acustica di picco istantanea ponderata in frequenza.

La valutazione rischio rumore è sempre obbligatoria, con cadenza almeno quadriennale, e riguarda tutte le aziende che, indipendentemente dal settore produttivo, abbiano almeno 1 lavoratore esposto a fonti di rumore. Anche nelle attività in cui questo rischio sia chiaramente assente o trascurabile, il datore di lavoro deve comunque valutarlo indicandolo espressamente nel DVR (Documento di Valutazione dei Rischi).

Se non sono tecnicamente possibili le misure adeguate di insonorizzazione e protezione dal rumore dei luoghi di lavoro, per livelli di esposizione quotidiana superiori a 80 dB (Decibel. unità di misura dell’intensità acustica), la legge obbliga il datore di lavoro a fornire dei dispositivi di protezione individuale (DPI) per l'udito (tecnicamente detti “otoprotettori”), come le cuffie o gli inserti (chiamati comunemente tappi per le orecchie).

Ci sono tanti livelli di rumore più o meno pericolosi: quindi anche i dispositivi di protezione individuale (DPI) devono essere adatti al tipo di lavoro che si sta facendo.

Le principali normative di riferimento relativa al rischio rumore sono:

• il dlgs 81/2008 al titolo VIII – Agenti Fisici;

• il dlgs 195/2006: attuazione della direttiva 2003/10/CE relativa all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (rumore).

• la UNI 9432:2011 (acustica – determinazione del livello di esposizione personale al rumore nell’ambiente di lavoro) che valuta i livelli di esposizione giornaliera e settimanale;

•  la UNI EN ISO 9612:2011 (acustica – determinazione dell’esposizione al rumore negli ambienti di lavoro – Metodo tecnico progettuale) che descrive un metodo tecnico progettuale per la misurazione dell’esposizione al rumore dei lavoratori nell’ambiente di lavoro e il calcolo del livello di esposizione sonora;

•  la UNI 11347:2015 programmi aziendali di riduzione dell’esposizione a rumore.

Per contatti, richieste per trattare specifici argomenti nei prossimi appuntamenti, curiosità e domande, utilizzate la seguente email sicurezza.prevenzione360@gmail.com.

Aldo Ciccone (Anvvf Associazione Nazionale Vigili del Fuoco del Corpo Nazionale).

Le pubblicazioni precedenti:

Mascherine;

Caduta nei pozzi;

Monossido di carbonio;

Allarme gas;

Sostanze tossiche e velenose;

Acqua;

Fuoco;

Estintori;

Elettricità;

Infortuni domestici;

Le cadute;

Le campagne di sensibilizzazione;

Sicurezza e prevenzione - parte 1;

Sicurezza e prevenzione - parte 2;

Piani di emergenza ed evacuazione;

I videoterminali,

Gli obblighi del lavoratore;

Le novità 2022 sui luoghi di lavoro;

I giochi per i bambini;

Giochi all'aria aperta;

Sicurezza nelle scuole;

Addobbi e luci di Natale;

Capodanno e botti in sicurezza;

Il caso Legionella;

Lampadine a Led e illuminazione.

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